A pochi passi dal confine con la Svizzera, c’è un incantevole luogo, Cannobio, che è stato scenario di un famoso prodigio che ha coinvolto anche Padre Agostino Gemelli.
Un dipinto da cui improvvisamente comincia a sgorgare sangue lascia tutti attoniti. Col tempo il piccolo comune di confine diventerà meta di pellegrinaggio e di sincere conversioni. Ricostruiamo la storia.
Tanti i personaggi noti coinvolti non solo P. Gemelli ma anche un altro illustre: san Carlo Borromeo.
Dal dipinto sgorga sangue umano
Nei secoli scorsi la spiritualità era incentrata sulla passione di Gesù. In ogni casa non mancavano statuette dell’Ecce Homo, oppure dipinti raffigurati Gesù nel Getsemani o Maria e Giovanni ai piedi della croce. Protagonista del prodigio di Cannobio è proprio un dipinto raffigurante al centro Gesù sulla croce, e accanto a Lui la Vergine Mare e l’Apostolo amato. Il dipinto si trova nella casa di un oste Tommaso Zaccheo. È la sera dell’8 gennaio 1522, una sera come tante, terminato il lavoro l’oste va a riposare, sua moglie e la loro figlioletta restano ancora un po’ sveglie per le ultime faccende della giornata.
La piccola passando davanti al dipinto nota un fatto impressionante: le piaghe di Gesù prendono vita, grondano sangue e tutte e tre le figure piangono lacrime di sangue. La piccola Antonietta, questo è il suo nome attira l’attenzione dei genitori, ma lo stupore è tale da richiamare tutto il vicinato che accorre. Chi giunge nella casa constata il fatto prodigioso e resta in mistica contemplazione senza proferire parola, non sanno che il giorno seguente accadrà qualcosa di ancora più straordinario.
Il prodigio della Santa Costola
Il giorno seguente ormai tutto il villaggio è a conoscenza del prodigio, la processione è interminabile. A un certo punto dal costato di Gesù fuoriesce una costola che cade fuori, finisce su una tovaglia posta sotto il quadro, e intanto il sangue che fuoriesce da Gesù è ancora più copioso, tutti i presenti ne sono coperti. Solo a sera i Canonici della Collegiata raccoglieranno la Costola e la porteranno in processione nella Chiesa di San Vittore.
Le lacrimazioni continueranno anche il 10 gennaio, questa volta è presente anche il conte Federico Borromeo e i suoi due fratelli, uno di loro è Carlo che diverrà sacerdote e poi Vescovo. La devozione della famiglia Borromeo a questo prodigio è tale che Federico donerà la teca che contiene la reliquia e Carlo celebrerà la sua prima Messa nella piccola cappella che è sorta al piano superiore della casa della famiglia Zaccheo. Nello stesso anno anche il 28 febbraio le ferite di Gesù ripresero vita e a sanguinare.
La ricorrenza si celebra ogni anno
Trascorrono 10 anni, Canobbio è parte della Diocesi di Milano. La Cappella è divenuta meta di pellegrinaggi, infatti già nel 1526 è diventata un piccolo Santuario. La Curia milanese, quindi dispone che siano condotte delle indagini e che dieci testimoni oculari siano sentiti. Ad analizzare il sangue sarà P. Agostino Gemelli, il quale constata che dal dipinto è sgorgato vero sangue umano.
Ancora oggi a partire dalla sera del 7 gennaio e per tutta la giornata dell’8 si Celebra il fatto miracoloso di cui parte culminante è la processione dal Santuario alla Chiesa di San Vittore in ricordo della notte in cui la Sacra Costola fu portata in processione tra lo stupore di tutti. Per informazioni: www.santuariodellapietà.it
Inno alla SS.ma Pietà di Cannobio
Ritornello: O nostra viva gloria Santissima Pietà deh salga a Te del popolo l’inno che non morrà.
D’inesprimibile gaudio s’accende e freme il cor allor che il gran prodigio rimembra del Signor. Mirò la terra attonita; il ciel ancor stupì; sovra dipinta Immagine Cristo il suo seno aprì!
Cadde la Costa carnea sull’improvviso altar, e di purpuree gocce i drappi rosseggiar. Il nuovo orror del Golgota Giovanni contemplò, e la dolente Vergine commossa lacrimò.
Scendi propizio sangue, che il Salvator ci diè: l’umana colpa astergere solo è concesso a te. Per te, Costa Santissima a Dio chiediam perdon; apporta tu sui miseri novella redenzion.
Un dì serbasti provvida all’Italo confin la fè, che guida i popoli ad immortal destin; Ed or l’errante illumina che nega il sacro ver, e rendi pura l’anima che adora il tuo mister.
Cannobio, a te nei secoli arriva la Pietà; tesor a questo simile giammai la terra avrà. Leviam l’osanna fervido al mite Redentor; trionf con lo Spirito l’eterno Genitor