Le cronache olimpiche di questi giorni si sono concentrate soprattutto sulla sua sconfitta contro la brasiliana Larissa Pimento e sulle polemiche sorte intorno a un arbitraggio giudicato non troppo imparziale. Il profilo e la personalità di Odette Giuffrida, tuttavia, vanno molto oltre le vicende contingenti.
E’ stata una Parigi amara per la 29enne judoka romana, che ha visto sfumare per un soffio l’opportunità di una nuova medaglia dopo l’argento a Rio 2016 e il bronzo a Tokyo 2020. Nel controverso esito della semifinale olimpica, Giuffrida ha incassato la solidarietà e il sostegno del presidente del Coni, Giovanni Malagò, tuttavia la grande forza di questa atleta ha origini sovrannaturali.
“Alzati e dai gloria a Dio”
In varie occasioni, Odette Giuffrida ha raccontato del suo sforzo nel vincere tante paure e tante insicurezze e di esserci riuscita grazie alla preghiera. Anche in questi sfortunati giochi, l’atleta romana, che pure non ha nascosto la sua delusione per l’ingiustizia arbitrale subita (a caldo, aveva detto: “Non penso di meritarmi questo“), si è distinta per il suo comportamento dignitoso e spiazzante.
Al termine dell’incontro Giuffrida si è congratulata con l’avversaria, dicendole: “Alzati e dai gloria a Dio“. Una frase piuttosto irrituale, anche in ambito sportivo, almeno di questi tempi. “Prego tutti i giorni“, ha riferito in un’intervista recente. “Di solito a colazione apro una app sullo smartphone che mi permette di leggere un passo della Bibbia, la sera faccio la stessa cosa prima di dormire. Mi fa stare bene. Mi sento benedetta per la fortuna di esprimere attraverso lo sport l’amore per gli altri. Nel judo c’è un confronto fisico duro ma corretto, ci sono stima e amicizia tra tanti di noi, ed è anche questo un modo di mostrare la grandezza di Dio“.
Le medaglie passano, le emozioni no
Anche sul piano prettamente umano, il “mondo di Odette” è carico di valori, affetti e significati profondi. “Voglio ripagare la mia famiglia di quello che ha fatto, per come mi ha sempre sostenuto anche quando non ero nessuno“, aveva detto Giuffrida alla vigilia della competizione olimpica. “Il pubblico sarà caldo, ma quando tocco il tatami sono talmente concentrata che non mi rendo conto di nulla. E poi avrò mia mamma in tribuna, insieme a mio nipote Matias, basterà lei a riempire tutto il palazzetto! So già che porterà panini per tutti, come fa sempre“. Con riferimento al possibile podio (poi sfumato), aveva detto: “Non mi pongo limiti, quello che conta è il modo in cui vivi il momento. Le medaglie passano, le emozioni no“.
Poi qualche ricordo delle due precedenti olimpiadi: “In Brasile avevo 21 anni, fu un’avventura meravigliosa, se guardo a quella Odette mi sembra di vedere una bambina rispetto a quella di oggi, in cima al mondo. Il percorso non è stato facile. Dopo il bronzo in Giappone, strappato con tanta fatica, ho passato un periodo complicato, pieno di interrogativi. Mi ha fatto crescere perché ho imparato a conoscere i miei limiti, ad accettarli. Per questo considero Parigi come l’Olimpiade della consapevolezza e della maturità“.
Oro mondiale: una prova di quanto il Signore sia grande
Comunque vadano le cose, per Odette Giuffrida, questo 2024, sarà un anno da ricordare, in primo luogo per l’oro conquistato lo scorso 19 maggio ai Mondiali di Abu Dhabi: un traguardo che, per un’italiana mancava dal 1991.
Dopo l’oro mondiale, l’atleta romana aveva dichiarato: “Non bisogna essere campioni invincibili che non perdono mai: con gli anni di duro lavoro, continuando a crederci, alla fine i risultati arrivano e io, dopo tantissimo tempo, dopo tantissime sconfitte, ce l’ho fatta. Inoltre, sono molto credente. Questa è una dimostrazione che il Signore mi ha accompagnata in tutta questa storia incredibile. È una prova di quanto Dio sia grande“.