Dopo le tragedie di Bari e Palermo, un altro video di una sfida letale sul social. Scatta l’allarme per un gioco dai risvolti inquietanti e oscuri.
Una influencer incita a questo “gioco di respirazione” estremamente pericoloso sul social TikTok. A cosa sta arrivando la mente umana?
L’influencer che incita al suicidio
Ormai non c’è più limite alla stupidità umana e, a farne le spese, sono ancora una volta i più giovani. L’uso dei social da parte loro, specie in questo periodo di restrizioni e pandemia, è diventato parte integrante delle loro giornate, facendo sì che passino ore intere attaccati al pc o ad altri mezzi tecnologici. Da che era strumento di informazione ed istruzione, Internet si sta trasformando in mezzo di morte.
L’ultima novità? Le challange su Tiktok, noto social molto in voga fra i giovanissimi. Dopo le tragedie che hanno visto morire due bambini, rispettivamente di 9 e 10 anni, ancora non si arrestano coloro che incitano a “stupidi e pericolosi” giochi, che rischiano facilmente di essere emulati.
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Il “gioco della respirazione”: denunciata dalla Polizia
Solo in ordine cronologico, l’ultima è stata una influencer siciliana che, postando un video proprio su Tiktok, istigava a prendere parte “a un gioco di respirazione”. Una sfida fra un uomo e una donna in cui entrambi si avvolgevano il volto, compresi narici e bocca, con il nastro adesivo trasparente e tentavano, poi, di respirare. Un video immediatamente individuato dalla Polizia Postale di Firenze.
La donna, di Siracusa, 48enne, è stata denunciata per istigazione al suicidio. La Polizia ha individuato su suo profilo social, che l’influencer aveva altre volte postato video di sfide, anche estreme, pur di ottenere popolarità (arrivata, infatti, a contare più di 731mila followers).
Le video – sfide: un attentato alla vita
Ma ciò che ci domandiamo è: come può la mente umana progettare questo tipo di sfide, se così si possono chiamare? Attentare alla vita delle persone, anche solo con questi giochi che stupidi è dir poco. Non ci si rende conto della facilità con cui, specialmente i più piccoli accendono, oggi, ai social e, quindi, emulano ogni tipo di azione che su di essi è postata?
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Tutto ciò che induce a togliersi la vita, a far male a se stessi, non è certo un dono di Dio anzi. In questo caso non si parla più di “uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio”, ma di una vera e propria deriva provocata dal demonio che si insinua nella mente dell’uomo.
La deriva demoniaca di certe azione, anche sui social
Disprezzare la vita fino a morire: questo è ciò che di pericoloso si sta attuando sui social e, soprattutto a discapito dei ragazzini. “Il satanismo, da un interesse di nicchia, si sta trasformando in un fenomeno di piazza con l’avvento di Internet e dei social network” – hanno dichiarato, più di una volta, alcuni sacerdoti esorcisti.
Il satanismo spinge ad un malsano uso che si fa della rete: non ci dobbiamo meravigliare se troviamo pagine web che incitano alla violenza, siti pedopornografici insomma: c’è davvero di tutto.
Ma, come dicevamo all’inizio, uno strumento quale Internet non può esser condannato e bandito nella sua totalità. Dalla deriva, anche quella a cui il demonio induce la mente umana, ci si può proteggere. Abbiamo gli strumenti per farlo.
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Bisogna partire, innanzitutto, con l’aiutare i ragazzi e i genitori in un’opera di formazione alla navigazione in Internet e all’uso dei new media. E cercare di far capire loro che, anche i social sono utili ma, se si è piccoli, “è meglio farne a meno”.
ROSALIA GIGLIANO