Un nuovo evento sul drammatico e doloroso assassinio di don Roberto Malgesini, il sacerdote di Como che ha dedicato la sua vita agli ultimi, fino alla morte.
Secondo quanto afferma l’agenzia stampa Adnkronos, il tunisino arrestato per la sua uccisione, Ridha Mahmoudi, pare che avrebbe ritrattato la sua versione con il giudice delle indagini preliminari.
L’uomo infatti, che aveva uno stretto rapporto con don Roberto, dovuto al fatto che il sacerdote faceva volontariato aiutandolo nelle problematiche della sua vita, aveva subito confessato l’assassinio, confessando alle forze dell’ordine di essere stato lui il colpevole.
Don Roberto quasi ogni mattina gli portava la colazione, essendo lui un senza fissa dimora, e dopo il mandato di espulsione che il tunisino aveva ricevuto già nel 2014 e che era stato confermato lo scorso marzo, il sacerdote si era persino offerto di aiutarlo nella ricerca di un legale che lo difendesse davanti ai giudici.
Ora pare che il tunisino, stamattina, dopo la convalida dell’arresto e la disposizione della misura cautelare in carcere, abbia stravolto completamente la precedente versione dei fatti, Nel rispondere alle domande degli inquirenti, l’uomo, che al momento è indagato, avrebbe negato quanto detto in precedenza spiegando che non è lui ad avere ucciso il sacerdote.
“Non c’entro assolutamente con il delitto, non sono io che ho ucciso il don”, ha affermato. C’è da capire cosa lo spinge a fare queste dichiarazioni. Inizialmente si era parlato di un disagio psichico, che sarebbe stata la vera ragione del brutale accoltellamento.
Poi, approfondendo la condizione dell’uomo, a una prima impressione pare che l’uomo non presentasse alcun tipo di disturbo. Ora il passo indietro potrebbe essere una strategia per alleviare la sua pena cercando di accreditare una presunta incapacità di intendere e di volere.
Si comprenderanno quindi nelle prossime ore gli sviluppi di questa triste e dolorosa vicenda che ha sconvolto l’intero Paese. C’è però necessità di una totale inflessibilità di fronte a un’omicidio violento ai danni di una persona che ha dedicato tutto sé stesso all’amore e alla carità verso il prossimo. Altrimenti sarebbe una vera disfatta per il sistema della giustizia italiano.
Giovanni Bernardi
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