Troppe volte si additano i cattolici come coloro che, a prescindere dai sentimenti o dalla propensione sessuale, ostacolano le coppie omosessuali, che non fondano la propria relazione sulla famiglia tradizionale e benedetta da Dio.
Forse, allora, l’episodio seguente può chiarire come è facile attribuire giudizi inappropriati ed erroneamente interpretare come costrizioni quelle che, da parte della chiesa, sono in realtà disposizioni dottrinali, che mai spazzano via intenzioni si comprensione, fratellanza, sostegno e anche educazione al rispetto per l’altro.
In una parrocchia milanese, precisamente a Magenta, per fare memoria della Giornata Mondiale sull’Aids, il sacerdote ha fatto in modo che, nella sala cinematografica parrocchiale, si proiettasse il film “120 battiti al minuto”.
Si tratta di una pellicola di Robin Campillo, che espone il dramma dell’Aids e che ha ricevuto il premio della giuria a Cannes e la candidatura all’Oscar.
Il parroco in questione non ha avuto alcun problema a trattare il tema, che comprendeva anche parlare dei rapporti omosessuali.
Non si può dire, invece, la stessa cosa del Sindaco della cittadina, la signora Chiara Calati, che si è dichiarata assolutamente contraria ad appoggiare l’evento, “perché la pellicola proposta non è in linea con gli ideali di famiglia e relazioni appoggiati da questa amministrazione, in quanto fa riferimento direttamente a rapporti omosessuali”.
Così, mentre l’iniziativa promossa dall’Associazione per i Diritti e Contro le Discriminazioni “Le Rose di Gertrude” è sostenuta dal parroco, trova il secco “no” dell’amministrazione comunale.
E i commenti degli altri cittadini, ovviamente, si sono fatti sentire: “Ancora una volta la sindaca è ostaggio delle visioni più egoiste ed estremiste della loro cosiddetta coalizione e di chi vuole farci tornare al Medioevo, è inaccettabile. Così si manca di rispetto ai cittadini. Sì, benvenuti a Magenta, la Magenta del Medioevo”, dice il disappunto dell’ex Vicesindaco del paese Paolo Razzano.