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Catechesi

Opere di Misericordia Corporale e Spirituale

 

 

Opere di Misericordia

“Siate dunque misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”, dice Gesù.
E, sull’attributo di misericordia del Signore, non abbiamo alcun dubbio, tanto che si è manifestato grandemente nella crocifissione del suo Figlio, che lasciò uscire, dal suo costato aperto e sanguinante, quel torrente di misericordia che vuole riversarsi sull’umanità, capace di chiedere perdono, come Suor Faustina Kowalska insegna.
E proprio Gesù, che ai discepoli ha spiegato di che natura fosse il Padre, ci dice anche di imitarlo e dare alle altre creature ciò che noi stessi riceviamo da Dio.

Ce lo ricorda anche il Santo Padre, Papa Francesco, quando ribadisce di usare misericordia verso i fratelli: “È un impegno che interpella la coscienza e l’azione di ogni cristiano. Infatti, non basta fare esperienza della misericordia di Dio nella propria vita; bisogna che chiunque la riceve ne diventi anche segno e strumento per gli altri. La misericordia, inoltre, non è riservata solo a dei momenti particolari, ma abbraccia tutta la nostra esistenza quotidiana. Come, dunque, possiamo essere testimoni di misericordia?”.

Basta seguire le indicazioni di Gesù, che racconta: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, (…) il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”.
E anche se quelli non avranno mai inteso di farlo al Signore, egli risponderà: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Facile, dunque, immaginare (anche se non si volesse proseguire nella lettura del brano evangelico di Matteo) chi siano coloro che capiteranno alla sinistra del Signore Gesù..
Più esplicitamente le Opere di Misericordia Corporale, grazie alle quali riusciamo ad essere vicini agli altri nelle loro esigenze materiali, sono: dar da mangiare agli affamati; dar da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini; curare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i defunti.

Spiega ancora Papa Francesco: “Ci sono da ricordare opere di misericordia dette “spirituali”, che riguardano altre esigenze ugualmente importanti, soprattutto oggi, perché toccano l’intimo delle persone e spesso fanno soffrire di più”.
Le Opere di Misericordia Spirituale sono: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti.

Resoconto personale

E, a questo punto, possiamo fare un resoconto personale, per verificare quante volte abbiamo adempiuto o disatteso le Opere di Misericordia, verso i fratelli.
Molte di esse non sono di facile attuazione, nella vita di ogni giorno, in quanto richiedono il nostro tempo e la nostra pazienza; tante non sarebbero nemmeno consigliabili in una società che diffida dello straniero; qualcuna di esse richiede una preparazione spirituale non indifferente; altre le compiamo senza problemi.

Tutte le Opere di Misericordia, però, ci danno l’esatta misura di quanto siamo vicini o lontani dalla volontà di Dio e dal prodigarci per il prossimo nostro.
Sono esse delle norme anti egoismo, che ci aiutano a non far arrugginire la nostra anima, sotto la pressione della società, che ci vorrebbe tutti proiettati lungo una via solitaria, che conduce all’appagamento individuale.
Non è mai tardi, tuttavia, per fare ammenda; per annunciare, con don Tonino Bello, che “Antipasqua è lasciare il prossimo nel vestibolo malinconico della vita, dove “si tira a campare”, dove si vegeta solo.

Antipasqua è passare indifferenti vicino al fratello che e rimasto con l’ala, l’unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine. E si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con te. Soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un’ala di riserva”.

Ecco allora che, don Tonino Bello ci semplifica ulteriormente il discorso sulle Opere di Misericordia: in ogni momento della nostra vita, possiamo scegliere se essere “Pasqua” (di luce e di risurrezione), per annunciare agli altri che la sofferenza è terminata, alleviata (anche grazie alla nostra presenza e prontezza), condivisa o “antipasqua”, per posizionarci, già ora, alla sinistra del Signore, dove sostano gli opportunisti senza cuore.

Antonella Sanicanti

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