Ancora oggi c’è chi pone domande su come si svolge l’ora di religione in Italia, affermando che sia “inutile”. Per un cristiano, invece, è l’ora più utile di tutte.
Pensare di valutare il tasso di necessità di una materia solo per la sua “utilità”, infatti, ci rende solamente più ignoranti e incoscienti di cosa sia e di come sia fatto l’essere umano. In questo modo, in realtà, non si fa altro che sponsorizzare una visione ben precisa della vita e del mondo.
Quella cioè materialista in cui si rende l’uomo schiavo dell’economia e dei meccanismi troppo spesso stritolanti della società secolare, e non parte in causa della costruzione di una comunità in cui i propri strumenti vengono messi a servizio dei bisogni dell’uomo nella sua interezza e pienezza.
Dire che l’ora di religione è ancora troppo presente nelle nostre scuole, infatti, significa sponsorizzare una visione totalmente ideologica e figlia di pregiudizi ormai antichi. Quando non, siamo sinceri, frutto anche di grande ignoranza culturale.
Sia per il fatto che si ignora la fondamentale importanza della religione e della fede cristiana per la comprensione della nostra storia, della nostra società e del modo di pensare a cui facciamo riferimento e da cui, volenti o nolenti, non è possibile prescindere. Come bene ci spiegava, tra gli altri, il filosofo Benedetto Croce.
Sia perché non si comprende il valore morale e culturale che la religione e la teologia apportano nella vita di un giovane studente, che sia credente o meno. Prendersela con l’insegnamento della religione a scuola, sotto certi aspetti, sarebbe come scagliarsi contro l’ora di matematica perché si vuole che il proprio figlio frequenti il liceo classico e approfondisca le materie umanistiche. O al contrario con l’ora di filosofia perché questa non aiuta a trovare lavoro.
La verità è che l’insegnamento della religione è l’ora che più di tutte le altre forma i ragazzi ad essere sé stessi, a riconoscere la propria unicità imprescindibile e la bellezza di essere stati creati a immagine e somiglianza del proprio Creatore.
L’ora di religione è un’ora di libertà non perché in quell’ora i ragazzi possono svincolarsi da altrettanto “inutili” ore di matematica. Perché, ammettiamolo, sotto moltissimi aspetti gran parte delle nozioni insegnate nelle scuole ai nostri giovani sono di fatto assolutamente inutili dal punto di vista concreto del lavoro che andranno a fare.
Ma perché libera da una visione del mondo, della vita e della società chiusa, utilitarista, materialista, centrata su cosa la società chiede in maniera imperativa ai giovani. E non su cosa, al contrario, i giovani necessitano dalla società.
L’ora di religione è un’ora di libertà perché insegna ai nostri giovani, se fatta bene, ad essere liberi. Se nell’ora di religione si insegnassero solo nozioni, infatti, certamente sarebbe un’occasione persa.
Ma pensare che i giovani debbano stare lontano dall’ora di religione a scuola solamente perché una certa visione ideologica, politicizzata, e stracolma di pregiudizi, lo abbia deciso, significa semplicemente non volere il bene dei propri figli ed escludere dalla loro vita una possibilità, concreta, di essere felici.
Perché di fatto conoscere e comprendere gli insegnamenti del cristianesimo, e come metterli in pratica nella propria vita, è proprio questo: educazione alla libertà e alla felicità.
Giovanni Bernardi
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