La questione aborto è stata a lungo dibattuta negli Stati Uniti e lo è ancora al giorno d’oggi, specialmente in uno stato come il Texas che ha funto da apripista per la legge in favore della cessazione di gravidanza, a causa del processo Roe contro Wade, ma che ha al suo interno una delle più grandi comunità cristiane del nord America. Le posizioni espresse in questa lunga battaglia sulla vita sono sempre le stesse: da un lato ci sono i progressisti guidati dalle femministe che ritengono la pratica un avanzamento nel rispetto dei diritti delle donne e dall’altro ci sono le comunità cattoliche che, al contrario, ritengono tale azione semplicemente un atto di vile codardia e un atroce delitto nei confronti di un essere umano ancora in formazione e privo di difesa.
L’aspro confronto tra le parti si è acuito il 18 novembre del 2013 quando un gruppo di manifestanti pro aborto ha organizzato delle manifestazioni contro il governo texano reo, secondo il loro punto di vista, di aver applicato delle leggi che sebbene non limitassero formalmente la pratica abortiva, in sostanza ne complicavano l’accesso alle donne in difficoltà economica. Per manifestare il dissenso le associazioni NARAL Pro-Choice America e New York Abortion Access Fund hanno finanziato il più grande Telethon nella storia degli Stati Uniti d’America (almeno secondo quanto riportato sul sito ‘Notizie Provita’) a cui hanno aderito alcuni volti celebri della televisione e del cinema americano, in maggior parte donne, capeggiati dalle attrici Lizz Winstead e Sarah Silverman, scelte per l’occasione come presentatrici. Nell’occasione si contestavano i tagli ai finanziamenti per le cliniche private che avevano causato la chiusura di molte di esse e che avevano costretto quelle ancora attive ad alzare i prezzi rendendo inaccessibile la pratica alle donne non abbienti.