Giovanni Paolo II raccomandava le indulgenze che definì “una comprensiva tessera di autentica cattolicità”. Tutto quello che è importante sapere sull’Ottavario per i defunti.
Si tratta di una particolare concessione da parte della Chiesa, riguardo le condizioni per ottenere l’indulgenza per i nostri cari defunti, segno di amore e cura della Chiesa per le anime purganti.
Per rendere meglio l’idea di cos’è l’indulgenza, immaginiamola come uno smacchiatore per dissolvere le macchie dell’anima. Ogni nostro peccato ha infatti una duplice conseguenza: genera una colpa e comporta una pena, quindi una macchia. La colpa, che possiamo intenderla come una rottura dell’amicizia con Dio, viene rimessa, cancellata, dimenticata da Dio, col sacramento della Confessione. Invece la conseguenza del mio peccato rimane, come un segno, una ferita sulla nostra anima e si chiama “pena temporale”. E questa ferita va curata, con il dolce balsamo dell’indulgenza. E possiamo farlo durante la nostra vita terrena, sennò in Purgatorio dopo la nostra morte.
Come? Camminando nella Grazia di Dio e offrendo riparazione col dono di noi stessi in ogni circostanza del nostro vivere quotidiano, così “salderemo” la nostra pena. Se ciò non avvenisse, o non completamente, allora dopo il trapasso, la nostra anima verrà accolta in Purgatorio, per essere purificata e lavata dalle macchie (pene), per poi giungere in Paradiso. Ma l’anima, in questa condizione, non può più acquistare meriti, e la sua liberazione può avvenire solo attraverso la preghiera dei viventi.
Perciò sono cosi preziose queste occasioni di Grazia che la Chiesa ci offre in forza del suo unico tesoro: i meriti di Gesù Cristo, della Madonna e dei Santi. Lo fa in merito al potere di legare e sciogliere che Gesù conferì a Pietro: “Ti darò le chiavi del Regno dei Cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli” ( Mt, 16, 19).
E ci dà l’opportunità di collaborare alla cura amorevole delle anime del Purgatorio per aiutarle a giungere nella Gloria del Cielo. Così acquisteremo dei potenti amici intercessori che pregheranno per le nostre necessità e soprattutto per la nostra salvezza eterna, che è l’intenzione più importante.
La Chiesa raccomanda l’uso delle indulgenze. Giovanni Paolo II ha definito le indulgenze “una comprensiva tessera di autentica cattolicità”. La tradizione le ha trasmesse come bene prezioso. A noi la grande possibilità e altrettanta responsabilità di farne buon uso.
L’indulgenza è la remissione parziale o totale dinanzi a Dio della pena temporale per i nostri peccati. Sono due le indulgenze: plenaria e parziale. “L’indulgenza è parziale o plenaria a seconda che liberi in parte, o in tutto, dalla pena temporale dovuta ai peccati” ( Paolo VI, Costituzione Apostolica Indulgentiarum doctrina, 1967).
La prima, quella plenaria, cancella la ferita lasciata dal peccato che abbiamo commesso, cioè ci libera totalmente dalla pena temporale. Invece la seconda, quella parziale, lo fa solo in parte. Posso ricevere l’indulgenza parziale più volte durante il giorno, mentre la plenaria una volta sola. In questo caso, nell’Ottavario si intende l’Indulgenza plenaria.
– Offro la mia intenzione di non ricadere in una situazione di peccato, anche se veniale.
– Mi riconcilio a Dio con cuore sincero attraverso il Sacramento della Confessione, che possiamo fare entro 8 giorni prima e 8 giorni dopo il giorno in cui riceviamo l’indulgenza, quindi con una sola Confessione sacramentale possiamo acquistare più indulgenze plenarie.
– Partecipo alla Santa Messa e ricevo la Comunione.
– Recito una preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Posso recitare qualsiasi preghiera, secondo la mia devozione, oppure un Pater, Ave, Gloria.
– Compiere l’atto a cui la Chiesa annette l’indulgenza, come visitare il cimitero nei giorni della Commemorazione dei defunti.
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