Il crocifisso è un nostro simbolo, ormai fa parte della nostra storia e della nostra cultura, come spiega bene Sgarbi, che pure si professa ateo, è un simbolo che non può infastidire perchè rappresenta il sacrificio di un innocente , un atto di amore verso l’umanità. Come può una vittima spaventare e provocare avversione? A noi sembra che a forza di voler a tutti i costi accontentare tutti si finisce per non accontentare nessuno. Obiettivamente ma i simboli come il presepe, il crocifisso che fastidio possono dare? Ci dicono che bisogna rimuoverli perchè ci sono rappresentanti di altre religioni e allora per non urtare la loro suscettibilità dobbiamo rinunciare alla nostra storia, alla nostra fede, se allora si deve rispetto ad una minoranza perchè di questo stiamo parlando, tanto più non meriterebbe rispetto una stragrande maggioranza, visto che nel nostro paese la maggior parte delle persone sono di fede cattolica.
Fortunatamente qualcuno di buon senso e di coraggio in Italia c’è rimasto, parliamo dell’iniziativa del consigliere del comune di Padova Nicola Lodi che ha consegnato nelle mani del sindaco Massimo Bitonzi la bellezza di 1,500 crocifissi, che saranno donati, a gennaio, a tutte le scuole padovane.
A darne l’annuncio è proprio il primo cittadino padovano sulla sua pagina Facebook, ecco le sue parole:
“Verranno consegnati alle scuole per rispetto delle nostre tradizioni e di quanto promesso in campagna elettorale”. Un tema, quello delle tradizioni cattoliche, che, nella città del Santo, ha fatto parecchio discutere nelle ultime settimane. In particolare, con l’avvicinarsi delle feste, la celebrazione del Natale nelle scuole è stata al centro di un intenso dibattito. “Non si cancella il Natale”.
Evviva Dio annunciamo noi, che qualcuno finalmente si ricordi che 2,000 anni di storia non si possono cancellare. Il sindaco Bitonci ha anche voluto personalmente controllare tutti i programmi degli istituti , le sue iniziative sembrano andare un po a cozzare invece con le dichiarazioni del Vescovo di Padova Mons Claudio Cipolla che peraltro sono state contestate duramente dai cattolici padovani e non solo, che afferma che in nome della pace sul tema dei crocifissi dei canti di natale sui presepi : “Per la pace, farei un passo indietro“, “Sono pronto a fare marcia indietro sulle nostre tradizioni”.
Eccellenza, non siamo d’accordo, mentre la cristianità soffre è sembra essere sotto attacco su più fronti, nei giorni in cui in Medio Oriente nuovi martiri versano il loro sangue per non rinnegare la fede, lei si dice “pronto a fare marcia indietro su tante nostre tradizioni”.
In nome della pace, s’intende. Il che lo rende un gesto nobile, sicuramente caritatevole, ma che non tiene conto di un fatto: non può esserci accoglienza senza il riconoscimento delle proprie radici. In fondo è stato papa Ratzinger a dire che “le radici cristiane in Europa sono sempre più ignorate” e che la sfida era (ed è) quella di tornare a costruire la casa europea ricostruendo le fondamenta cristiane.