Il 16 settembre è il quinto anniversario della nascita al cielo di padre Gabriele Amorth, a cui è riconosciuto un grande merito.
Sacerdote esorcista, la cui figura è sempre viva e fonte di grandi insegnamenti, che ha passato tutta la vita a lottare contro il male e, nella gran parte dei casi, vincendolo in maniera inesorabile. Tanto che anche la Chiesa stessa dovrà interrogarsi, prima o poi, sull’eroicità e la santità delle sue azioni e del suo ministero sacerdotale e esorcistico.
“Don Gabriele Amorth fu senza dubbio uno strumento di cui Dio si è servito per far riemergere, nella pastorale ordinaria della Chiesa, tutto ciò che riguarda la prassi esorcistica”, è quanto ha affermato padre Francesco Bamonte, sacerdote dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, che nel 2012 ha ereditato da padre Amorth il compito di guidare l’Associazione Internazionale degli Esorcisti.
Padre Bamonte ha condiviso il ricordo dell’esorcista scomparso con la rivista Famiglia Cristiana. “Da lui ha appreso importanti nozioni teologico-esperienziali, nonché la necessità di far riscoprire alla Chiesa la presenza di una sofferenza nascosta, tante volte incompresa, proprio perché non conosciuta: la sofferenza dei fedeli tribolati dall’azione straordinaria del demonio“, ha affermato il sacerdote.
Uno dei lasciti più importanti, per il suo compito di esorcista, è stato quello di vedere l’esorcismo stesso come una vera e propria opera di misericordia spirituale. Fu infatti proprio don Amorth, nel 2011, “a parlare della correlazione tra esorcismo e carità, ripresa poi negli ultimi anni della sua vita”, spiega. “Una visione dell’esorcismo che potremmo inquadrare in chiave mistica: l’esorcismo in funzione della carità”.
La prima immagine che viene in mente all’attuale guida dell’AIE è la dedizione e l’impegno con cui padre Amorth svolgeva il suo ruolo. “Prima di tutto mi ritorna alla mente lo spirito di sacrificio con cui ha lottato costantemente per ristabilire l’importanza e la necessità dell’esorcistato nelle diocesi“, racconta. Poi però ci sono stati anche episodi specifici che hanno lasciato in lui segni profondi.
Uno su tutti è quello della “descrizione del caso di possessione di Angelo Battisti. Dagli scritti di don Gabriele e dalle sue stesse narrazioni (radio, interviste, etc.), emerge la sua meraviglia davanti a una delle situazioni più difficili che abbia incontrato, mentre era discepolo di padre Candido dell’Immacolata”.
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“Costantemente ribadiva che, se non fosse stato il suo maestro – anche in virtù dei carismi mistici straordinari che aveva ricevuto in dono da Dio – a dargli la certezza morale dello stato di possessione del Battisti, mai avrebbe creduto che quell’uomo avesse bisogno di esorcismi”, ha commentato il sacerdote, ricordando anche il momento in cui Amorth “s’interroga – e ci invita a interrogarci – su come l’uomo, anche in uno stato di autentica possessione, possa essere comunque libero di aderire a Dio e alla sua offerta di salvezza“.
In sostanza, don Amorth, insieme a un’altra grande figura come quella di Padre Candido Amantini, ha “contribuito alla edificazione di una corretta visione teologica circa il potere che Satana può esercitare nel mondo“. “Il suo ruolo principale, rispetto al ministero di esorcista, emerge dalla grande importanza che ha dato alla formazione esperienziale degli esorcisti, attraverso una visione pastorale in cui convergono teologia e prassi”, ha continuato ancora.
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“Egli, infatti, era solito paragonare la celebrazione esorcistica ad un’operazione chirurgica, per la quale è necessaria non solo la conoscenza teorica, ma anche quella esperienziale. In don Gabriele la conoscenza esperienziale era anzitutto esperienza di Dio: lo stesso sacramentale dell’esorcismo, di fatto, è un’esperienza di Dio, che può sfociare in una vera e propria esperienza mistica“.
Spesso nella storia si celebrano i grandi eroi di ogni tempo, che hanno salvato tante vite e la società nel suo complesso dal male e dalla distruzione. Il caso di Padre Amorth è sicuramente tra questi, specialmente se si guarda ai suoi novantamila esorcismi, senza contare la sua instancabile opera di evangelizzazione.
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In queste, don Gabriele non smetteva mai di ripetere quanto ci è stato insegnato dal Signore: che le forze del male non prevarranno. Tuttavia, la loro insidia quotidiana è grande, al punto da controllare le vite di molti. Il cristiano ha però armi importanti per contrastarlo, che sono la Santa Messa, i sacramenti, l’Adorazione, la preghiera, il Santo Rosario.
In tutto ciò, rientrano anche gli esorcismi, che vanno necessariamente accompagnati da un percorso di fede e di guarigione interiore. Don Amorth lo ha spiegato per tutta la vita e il suo messaggio continua a risuonare forte e chiaro ancora oggi, forse persino di più, dopo la sua morte.
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“Mi si consenta di ribadire un criterio generale che si desume dalla vita di don Amorth”, ha concluso padre Bamonte. “Egli ha sempre insegnato che la liberazione definitiva e stabile dall’azione straordinaria del diavolo è frutto e conseguenza della conformazione dell’uomo a Cristo, mediante la generosa assunzione della duplice “intenzionalità” dell’amore: verso Dio e verso il prossimo
Giovanni Bernardi
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