Il Reverendo Padre Angelo di Domenicani ci mette in guardia rispetto a una tematica molto delicata: quella dell’assoluzione dei peccati.
Nel rispondere alla domanda di un fedele, il Reverendo Padre Angelo chiarisce alcuni aspetti, fondamentali, della catechesi, in merito a una tematica tanto importante, quanto delicata. Nell’ambito di una liturgia penitenziale, un fedele ha partecipato a un’assoluzione individuale dei peccati, senza accusa dei peccati stessi. Insospettito dall’effettiva validità di questa “assoluzione di massa”, il ragazzo ha chiesto delucidazioni a Padre Angelo, che con estrema chiarezza, ha fatto luce sulla questione.
Padre Angelo: “I Sacramenti non sono proprietà dei Sacerdoti”
Padre Angelo chiarisce fin da subito un concetto importante: “I Sacramenti non sono proprietà dei Sacerdoti, sicché non ne possono fare ciò che vogliono”. In modo particolare, per quanto riguarda l’assoluzione, individuale, dei peccati, “il Sacerdote non può dispensare, in linea ordinaria, dell’accusa dei peccati”. Per tanto, ciò che in quell’occasione ha fatto il Sacerdote, offrendo l’assoluzione senza accusa, “è un arbitrio grave nella celebrazione dei Sacramenti, dunque, di un grave peccato”.
Il Signore conosce il peccato, ma il Sacerdote no
C’è poi un punto fondamentale, che contribuisce ancor di più a render chiaro il passaggio. La Confessione è stata istituita dal Signore quando disse: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati” (Giovanni 20,23). Ma il Sacerdote che ha dato l’assoluzione generale a tutti, sapeva, di ognuno, quali fossero i peccati? Per meglio intenderci, il Sacerdote, sapeva cosa stava assolvendo? Con ogni probabilità, la risposta è negativa. Gesù aveva assolto i peccati al paralitico senza una confessione verbale (Matteo 9,1), ma lo fece perché conosceva i peccati del paralitico, mentre “nelle Confessioni Sacramentali il sacerdote non conosce tutto questo”.
Il bene dei fedeli
Agendo in quel modo, sostiene fermamente Padre Angelo, il Sacerdote, seppur in buona fede, non ha di certo fatto il “bene dei fedeli”. È dunque necessario fare molta attenzione a questo tipo di situazioni e, proprio perché questo gesto è andato a ledere il bene dei fedeli, va corretto. Premesso che la situazione vissuta dal fedele non sia stata caratterizzata da un evento del tutto eccezionale, ma si trattava di un’ordinaria liturgia penitenziale, Padre Angelo, ci ha chiarito l’errore e la gravità dell’arbitrio nella Celebrazione del Sacramento penitenziale.
Fabio Amicosante
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