Una riflessione molto attenta del Reverendo Padre Angelo dei Domenicani fa luce sul tema della liberazione dell’anima dal peccato: è Gesù stesso a insegnarci come questa avviene.
I dubbi espressi da un fedele riguardano, nello specifico, la validità di un’assoluzione per così dire “un po’ sbrigativa” da parte di un Sacerdote. Padre Angelo risponde ai dubbi del fedele in maniera molto chiara e riflessiva, portando alla luce l’insegnamento stesso di Gesù, arrivato a noi grazie ai Vangeli. Al tempo stesso, il Reverendo Padre Angelo richiama le vicende del buon samaritano, che aveva espresso tanta compassione per quel tale, trovato mezzo morto e derubato per la strada.
Su un punto, Padre Angelo ha sostenuto di essere in completo accordo con il fedele. L’uomo si attendeva, da parte del Sacerdote, una maggiore partecipazione e consolazione per la situazione che egli stava affrontando. E qui, il Reverendo Padre ha voluto richiamare il Buon Samaritano, che espresse, al contrario, grande compassione verso la persona in difficoltà. Eppure, Padre Angelo ci riporta anche un passo evangelico emblematico, la guarigione dei malati da parte di Gesù.
Al tempo stesso, il Reverendo Padre è chiaro sul definire che Gesù Cristo guariva i malati in un tempo ancor più minore, rispetto alla velocità con cui il Sacerdote si è occupato della confessione del fedele. Padre Angelo ci ricorda che è all’istante che avviene la liberazione dell’anima dal peccato. Così come Gesù, all’istante, liberò il paralitico dalle sofferenze dicendogli: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”.
Nel corso della sua riflessione, poi, il Reverendo Padre richiama alla nostra attenzione anche il preciso momento in cui tale Sacramento ha visto luce. Ad insegnarci tutto ciò è il Concilio di Trento, che ci ricorda come il Sacramento della Riconciliazione, o Confessione, è stato istituito nel momento in cui Gesù, risorgendo dai morti, soffiò sui suoi discepoli.
Qui, il Signore disse: “Ricevete lo Spirito Santo”. Continuando, disse poi loro “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. Infatti, per la remissione dei peccati, Gesù ha esplicitamente detto di ricorrere alla Chiesa, dunque ai Sacerdoti, affermando che “quanto la Chiesa non rimette, non lo rimette neanche Lui”.
Fabio Amicosante
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