Un’attenta riflessione del Reverendo Padre Angelo dei domenicani vuole far luce su quanto negato dagli evangelici, ovvero che la presenza di Gesù nell’Eucaristia è costante e continua.
Nel chiarire i dubbi raccolti dalle parole di un fedele, Padre Angelo Bellon dei domenicani fa luce su un tema che molti, erroneamente, hanno interpretato a modo loro, senza tener conto dell’insegnamento di Gesù. Il Reverendo Padre ci ricorda che è stato Gesù stesso ad insegnarci che la sua presenza nell’Eucaristia è continua, costante e non svanisce alla fine della celebrazione, come qualcuno vuole far credere.
La riflessione del Reverendo Padre Angelo parte da una domanda. Secondo la logica, la presenza del Cristo è certamente provata prima della sua consumazione durante la celebrazione. La domanda è questa: “Ci si può domandare perché non dovrebbe più esserci nel pane consacrato che non viene consumato?”. Per far luce su questo aspetto, Padre Angelo riporta la nostra memoria alla Chiesa delle origini, grande fonte di insegnamento.
Quella della Chiesa delle origini è una delle tante testimonianze della presenza di Gesù anche alla fine della celebrazione. La Chiesa primitiva, che portava l’Eucaristia ai malati e a chi non aveva la possibilità di partecipare alla celebrazione, è eloquente. La celebrazione, in quel caso, era finita, ma il pane, consacrato, lo si portava comunque nelle case dei malati e in quel pane, consumato a casa, era presente il Signore.
A Emmaus, poi, ricorda Padre Angelo, ci fu una duplice presenza del Signore. Una era rappresentata dalla sua “realtà fisica”, somigliante al Gesù dell’Ultima Cena. L’altra era invece sacramentale. Quando Gesù sparì, la prima presenza svanì, ma quella sacramentale certamente rimase lì.
Il tabernacolo, dunque, è un elemento di estrema importanza. Ricorda il Reverendo Padre Angelo che questo elemento, tra l’altro, è “del tutto inutile per gli evangelici”, perché non consacrano il Corpo del Signore. Per meglio spiegarci: gli evangelici non hanno nessuno in mezzo a loro che può trasformare pane e vino in Corpo e Sangue del Cristo, non ne hanno il potere, perché non fruiscono “della successione apostolica che trasmette fisicamente ai nostri Sacerdoti il potere divino che Cristo ha conferito ai soli Apostoli”. Per quanto essi pronunzino le parole consacratorie, in realtà, non consacrano nulla.
Fabio Amicosante
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