Nel rispondere ai dubbi di una fedele, Padre Angelo spiega con estrema chiarezza il senso della preghiera e di come essa serva a cambiare il nostro animo.
Il Reverendo Padre Angelo dei domenicani ci aiuta a far chiarezza su un aspetto molto delicato della vita del fedele: il senso della preghiera. Questo è un dubbio che più di qualcuno si è posto perché, di consueto, si tende a pensare che la preghiera possa, in qualche modo, influire, sulla volontà del Signore. La riflessione del Reverendo Padre, in questa sede, è più che mai preziosa, perché rovescia il punto di vista, chiarendo che la preghiera non è finalizzata a cambiare il volere di Dio, ma a creare in noi stessi le disposizioni per una “vita Santa”.
Padre Angelo ci spiega il senso della preghiera
I dubbi della fedele, nello specifico, sono stati posti al Reverendo Padre, dal momento che alcune delle sue preghiere non sono state esaudite. Da qui, la fedele si è chiesta quale fosse il senso della preghiera se questa non influenza il volere di Dio. Padre Angelo parte da una premessa ben consolidata: se preghiamo con questo intento, saremmo solo dei presuntuosi, “come se Dio non conoscesse ciò di cui abbiamo bisogno e non ci volesse sempre il massimo dei beni”.
L’insegnamento di San Tommaso
Durante la sua attenta riflessione, Padre Angelo richiama alcuni passi dell’opera di San Tommaso. Il Santo, nella Somma Teologica chiarisce che “noi preghiamo per ottenere ciò che Dio ha deciso di compiere per mezzo delle preghiere delle anime Sante“, dunque la preghiera non deve avere l’intenzione di cambiare l’ordine stabilito da Dio.
I beni che Dio ci offre
A questo punto della riflessione, si concentra la parte essenziale della spiegazione del Reverendo Padre. I beni che Dio ci offre, continuamente, si devono considerare “sulla lunghezza della vita eterna”. Non sono beni che portano i frutti sulla terra, ma nella prospettiva dell’eternità. In tal senso, viene in nostro aiuto il Vangelo di Matteo, che riporta le parole stesse di Gesù: “A che cosa giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde l’anima sua?”.
“Cambiamo noi stessi”
Dalla sua spiegazione emerge, con estrema chiarezza, quanto dobbiamo essere noi stessi ad accettare le grazie che il Signore ha in serbo per noi, quelle grazie che Dio Padre ha già decretato di consegnarci da tutta l’eternità. Questi beni, sono beni che riguardano la Santità e la grazia. Fu questo, sostiene Padre Angelo, il motivo per cui a San Paolo non fu esaudito “quando chiese di essere liberato dallo stimolo della carne”, perché questo non era conveniente. Invece, se ciò per cui preghiamo è utile al raggiungimento della vita Santa, indispensabile per la salvezza, allora lo meriteremo: non solo pregando, ma facendo buone opere.
Fabio Amicosante
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