Sono in molti quelli che al giorno d’oggi alla domanda: “Credi in Dio?” rispondono con una frase ambigua (o filosoficamente deista): “Credo in Dio, ma non nella Chiesa e nei Parroci”, è possibile credere in questo modo, separando la Chiesa (istituzione principe di Cristo) dalla fede in Dio? Per rispondere a questo quesito bisogna prima capire cosa ha portato ad una tale sfiducia nei fedeli, facendoli allontanare da Dio.
Sicuramente c’è una componente comunicativa, i sacerdoti sono rimasti ancorati ad un modo di comunicare antiquato, frutto della ritualità, ma il problema principale è legato alle esperienze negative dei fedeli che vanno da un sacerdote incapace di mostrarsi interessato alla salvezza dell’anima dei suoi parrocchiani a i ben più gravi casi di abuso sessuale che negli anni hanno posto in cattiva luce tutta l’istituzione.
La Chiesa però è composta per la maggior parte da persone buone e rette, il cui unico scopo è lodare il signore e permettere ai fedeli di intraprendere un cammino di luce verso la salvezza spirituale. A questa ampia categoria appartiene sicuramente Padre Maurizio Botta, il quale nel suo libro ‘Sceglierà lui da grande. La fede nuoce gravemente alla salute?’ ha risposto proprio agli indecisi che abbracciano Dio parzialmente, suggerendo loro come riavvicinarsi alla chiesa.
Padre Botta evidenza che spesso questo atteggiamento di freddezza è dettato da un giudizio parziale, ovvero basato solo sulle esperienze negative: “Perché noi non mettiamo in pratica ciò che insegniamo. Infatti la gente sentendo dalla nostra bocca le parole di Dio ne resta stupita perché quelle parole sono buone, sono stupende, ma poi notando che le nostre azioni non corrispondono alle parole che diciamo, ecco che prorompono in bestemmie, affermando che tutto ciò non è che una favola e una serie di inganni”.
Secondo il sacerdote, dunque, i fedeli molte volte colgono un incoerenza di fondo, ma perché non si tiene presente che in primo luogo anche i sacerdoti sono umani ed in secondo luogo che i loro errori sono più in vista rispetto a quelli degli altri, perché loro sono le guide morali della società. Inoltre, oltre a chi sbaglia c’è chi invece è un perfetto esempio, allora perché non partire da quelli e perdonare gli altri: “Tu non puoi valutare la Chiesa guardando sempre e solo alle esperienze negative. Occorre partire, per capire cosa è, dalle esperienze sane, positive, e ce ne sono. Forse ce ne sono più di quello che sembra”.
L’autore del libro poi sprona gli scettici a guardare la storia della Chiesa e le basi su cui si è fondata, egli ritiene che non ci sia un’istituzione più umana e “Sgangherata”, evidenziando come sin dal principio ci sono stati errori e dubbi e come questo ne avvalori la veridicità: “La Chiesa è sgangherata fin dall’inizio. La Chiesa (…) uno potrebbe dire che fa schifo fin dall’inizio, da subito! (…) Ma questa è una buona notizia, il fatto che è sgangherata! È più credibile! E non fa nulla per nasconderlo. (…) Ma scusa, se scrivi a tavolino, tu scriveresti che il primo, il capo degli apostoli, rinnega tre volte il Maestro? Ma sei scemo? Ti chiedo di credere, e proprio nel Vangelo ti scrivo i miei dubbi?”.
Quindi conclude con un consiglio per evitare un errore comune, ovvero quello di considerare Vescovi, Sacerdoti Cardinali e Chiesa la medesima cosa, invitando gli scettici a considerare la Chiesa per quello che realmente è: la comunità di seguaci di Cristo, coloro che seguendo gli insegnamenti del maestro fanno del loro meglio per aiutare il prossimo.
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