Padre Francesco Bamonte dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, sacerdote dall’8 settembre 1990, è esorcista nella diocesi di Roma e presidente dell’associazione degli esorcisti italiani. Sin dai primi anni del suo sacerdozio si è dedicato per mezzo dell’ascolto, del consiglio, dell’incoraggiamento e dell’accompagnamento nella preghiera, all’aiuto delle persone cadute vittime dei “maghi” o danneggiate da pratiche occulte di varia natura. Nel 1997 entrò a far parte dell’Associazione Internazionale Esorcisti. Dal 2005 è uno dei docenti del corso “Esorcismo e preghiera di liberazione”, promosso all’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” in Roma. Su richiesta di Vescovi di varie diocesi italiane ed estere, da alcuni anni offre relazioni di carattere formativo per i seminaristi e i sacerdoti riguardo il ministero dell’esorcismo, la specifica pastorale degli esorcismi e i problemi pastorali derivanti dalla diffusione nella società delle varie forme di occultismo.
Un caratteristico atteggiamento del demonio, durante gli esorcismi, è il parlare frequentemente di sterminio e distruzione: tutto ciò che è bello, buono, sano, pulito, armonioso, con linguaggio beffardo, viene preso di mira, con la minaccia di volerlo deturpare, e distruggere. Si avverte il suo particolare odio verso il sacramento del matrimonio e verso gli affetti familiari: reagisce in maniera estremamente violenta quando si benedice il matrimonio di due sposi; o quando li si invita a rinnovare le loro promesse matrimoniali
Padre Bamonte ha tenuto una relazione molto interessante al Convegno Nazionale degli esorcisti italiani nel 2013 e tra l’altro ha affermato: “Una caratteristica ricorrente, negli esorcismi, è l’insistente richiesta del demonio di essere adorato, come se fosse Dio. Il demonio, che non vuole accettare la sua “creaturalità”, si auto – illude di essere Dio ed è avido di ricevere dagli uomini quel culto che spetta solo a Dio. Spesso, mentre lo sto esorcizzando, dice: “Adorate me, adorate me, io sono dio, io sono dio! Mettetevi in ginocchio quando si pronuncia il mio nome. Io sono l’onnipotente! Invocate me!”. A queste espressioni, come suggerisce la norma n.° 20 del Rituale Romanum (Titulus XII “De exorcizandis obsessis a doemonio”), rispondo con frasi della Sacra Scrittura: ad esempio con le parole di Gesù nel deserto: “Vattene Satana! Sta scritto: adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto!”; e poi con quelle di San Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre”. (Fil 2, 10-11). A volte aggiungo frasi spontanee di questo genere: “Solo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo è Dio. Non c’è altro Dio. Prostrati davanti a Lui e adoralo!”. Ai ripetuti inviti ad adorare l’unico vero Dio, una tra le tante frasi con cui mi sono sentito rabbiosamente rispondere e che esprimono tutta la sua superbia e presunzione, è questa: “Mai,mai! Io sono dio! Guardati intorno e vedi come tutti mi seguono, come tutti cercano quello che io voglio dare!
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