La decisione della Corte d’Assise di condannare Padre Graziano (Alabi Gratien) a 27 anni di carcere per l’omicidio dell’amante Guerina Piscaglia è suffragata da prove e motivazioni che dovrebbero sciogliere ogni dubbio a riguardo. Le affermazioni di innocenza del Padre, mal si sposano con l’evidenza di prove che lo collocano con la vittima al momento dell’omicidio e che lo incastrano per l’occultamento del cadavere.
Se il delitto passionale di Padre Graziano sembra essere un evidenza, la disamina delle motivazioni che lo hanno condotto a compiere tale gesto sono quantomeno opinabili. Detto che le motivazioni della Corte d’Assise verranno pubblicate in un documento redatto con calma nei prossimi mesi, i media, al contrario, si sono sbizzarriti nella ricostruzione del movente (una gelosia morbosa) e nell’analisi psicologica del sacerdote, il quale sarebbe stato in un perenne stato di confusione mentale e lotta interiore a causa del celibato forzato: Padre Graziano, insomma, si sarebbe lasciato tentare dalla relazione carnale, poi pentito avrebbe allontanato la donna, ma in preda ad una folle gelosia avrebbe posto fine alla sua vita per non vederla con altri uomini.
Se è anche possibile che il celibato dei preti possa a condurre a delle relazioni occulte e a delle devianze sessuali (la pedofilia ad esempio) quale sarebbe la relazione tra questo e l’omicidio? Nessuno avrebbe impedito al parroco di continuare la sua peccaminosa relazione, nessuno, inoltre, gli avrebbe impedito di abbandonare il proprio ruolo una volta capito che il voto del celibato era insostenibile per lui. Se la trasgressione del voto al celibato può essere quindi legata al voto del celibato stesso, come può il desiderio sessuale tramutarsi in una follia omicida?
La sensazione è che la rinuncia alla passione carnale sia invisa al mondo circostante e che ogni occasione sia buona per contestarla. Qualche tempo fa avevamo pubblicato una statistica riguardante i casi di pedofilia nella chiesa Cristiana, in quello studio risultava palese una predominanza del fenomeno nei parroci protestati, i quali non dovrebbero soffrire di repressione sessuale dato che hanno il permesso di sposarsi. Lo stesso potrebbe essere fatto nei casi di omicidio o stupro collegati ai prelati, sarebbe interessante vedere quanti casi sono legati a preti che osservano il celibato.
Il celibato, così come il matrimonio e l’impegno con Dio, è spesso una scelta personale, finché rimane tale, finché non diventa una scelta obbligata è difficile che consista in una forzatura in una repressione, questo significa che negli episodi di violenza (sessuale e non) a determinare gli atti in se sia una predisposizione personale e innata e non la rinuncia agli atti sessuali.