Padre Kolbe: in occasione del 125° anniversario della nascita del sacerdote polacco, papa Francesco ha visitato la cella di Auschwitz in cui si è compiuto il suo martirio.
L’8 gennaio 2019 è stata una data importante per la Chiesa Cattolica: 125 anni prima, infatti, nacque una delle figure di spicco dell’ordine francescano del secolo scorso, quel padre Kolbe (devoto alla Madonna) che nel 1941 offri la propria vita per salvare quella di un altro detenuto di Auschwitz. La potenza di quel gesto rese padre Kolbe meritevole di devozione in ogni angolo del mondo ed in questa occasione così importante papa Francesco ha voluto rendergli omaggio, visitando la cella di Auschwitz in cui è morto come martire della fede cristiana. In un emozionante video condiviso da ‘Vatican News‘ possiamo vedere gli istanti in cui il Santo Padre entra nel campo di concentramento tedesco e si siede per pregare dinnanzi alla lapide commemorativa, posta nella cella in cui il frate francescano morì di stenti.
Ecco il video della visita del papa condiviso sul canale youtube di Vatican News
Padre Kolbe: la vita del frate francescano devoto alla Madonna
Nato a Zduńska Wola l’8 gennaio del 1894, Rajmund Kolbe era figlio di una coppia di umili origini. La sua infanzia è stata segnata dalla visione della Madonna, un’apparizione a cui riuscì a dare il giusto significato solo quando si trasferì con la famiglia a Leopoli, dove frequentò la scuola media dei francescani. Nel 1911 Rajmund proseguì gli studi a Cracovia e successivamente si spostò a Roma per completare la sua formazione spirituale come novizio dei francescani, studiando Filosofia e Storia alla Pontificia Università Gregoriana. Nel 1914 professò i voti e quattro anni più tardi venne ordinato sacerdote. A questi anni appartiene la fondazione della “Milizia dell’Immacolata“, gruppo di confratelli che si prefiggeva il compito di diffondere il culto dell’Immacolata Concezione.
Finito il periodo di studio a Roma, padre Kolbe tornò in Polonia per insegnare in seminario. Verso la fine degli anni ’20 venne colpito dalla tubercolosi e fu costretto ad un ritiro curativo a Zakopane. Sulla via della guarigione accettò di fare il missionario in Giappone, terra decisamente ostile ai cristiani. Nella terra del Sol Levante passò 8 anni, terminati i quali tornò in patria, solo un paio di anni prima dell’occupazione nazista. Durante la Seconda guerra mondiale venne deportato ad Auschwitz per le sue discendenze ebraiche e proprio in quel campo di concentramento trovò la morte: nel 1941 alcuni detenuti vennero scelti per essere lasciati morire di fame, in quella occasione padre Kolbe si fece avanti per prendere il posto di un uomo che aveva una famiglia da cui tornare. Morì nel giro di una settimana di stenti. Padre Kolbe venne beatificato nel 1969 da Paolo VI e canonizzato nel 1982 da Giovanni Paolo II, suo conterraneo.
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Luca Scapatello