Padre Maccalli durante i due lunghi anni di prigionia non ha ceduto ai suoi rapitori che volevano convertirlo all’Islam. Una notizia però ignorata.
Il missionario lombardo è rientrato in Italia, lo scorso 9 ottobre, insieme al suo connazionale Nicola Chiacchio.
Dal suo toccante racconto reso al suo superiore, padre Porcellato, emerge una notizia assai rilevante che però non fa notizia.
Padre Porcellato, superiore generale della Sma (Società delle missioni africane), ha riportato alla Nuova Bussola Quotidiana la testimonianza ricevuta da padre Maccalli riguardo alla sua lunga prigionia. E quindi anche della volontà dei suoi carcerieri di convertirlo all’Islam, a cui però il missionario italiano non ha ceduto. Ma balza agli occhi che si è parlato ampiamente della conversione di Silvia Romano all’Islam.
Mentre non desta alcun interesse la fedeltà di padre Maccalli – in una situazione di estremo pericolo – frutto della fortezza che è una delle virtù cardinali. Inoltre è da notare che Silvia Romano al suo arrivo a Ciampino aveva l’attenzione di tutti i media puntata addosso. Mentre l’arrivo di padre Maccalli e del suo connazionale è passata sottotono. E’ forse scomoda la testimonianza di un religioso che rimane fedele al suo Credo a rischio della sua stessa vita?
Il rifiuto di padre Maccalli di convertirsi all’Islam
Secondo il racconto fatto da padre Maccalli a padre Porcellato, i suoi carcerieri volevano convertirli e lo dicevano apertamente. E specificavano pure ai prigionieri di non essere mafiosi e auto definendosi credenti. Come ha spiegato padre Procellato, grande conoscitore dell’Africa sub sahariana, questi gruppi terroristici locali legati ad Al Qaeda, a differenza di quelli collegati all’Isis, uccidono meno gratuitamente. E, pur rispettando di più in linea generale i prigionieri, cercano però fortemente la loro conversione all’Islam.
Sophie Petronin, la cooperante francese che era uno dei quattro ostaggi rilasciati venerdì, si è convertita all’islam. I terroristi hanno provato a convertire anche il missionario lombardo, ma senza successo. Poco prima di liberarlo hanno dovuto riconoscere la “resa”, congedandolo con l’augurio di diventare mussulmano un giorno. Una circostanza che rende evidente l’appartenenza dei suoi rapitori al mondo del fondamentalismo islamico. E fa capire come la loro finalità del rapimento non fosse solo politica o economica ma anche e soprattutto religiosa.
La forza attinta dal Rosario
Nelle sue dichiarazioni, padre Maccalli, ha evidenziato quanto il Rosario che recitava tre volte al giorno, sia stato la sua ancora di salvezza. Il suo sostegno nel corso di questi difficili due anni di prigionia. E possiamo immaginare che abbia attinto dalla preghiera del Rosario attraverso l’intercessione della Vergine Maria, la Grazia per non cedere alle pressioni dei fondamentalisti a rinnegare la sua fede cristiana.
Simona Amabene