Tornato alla Casa del Padre alla veneranda età di 97 anni, Padre Matteo la Grua (1914 – 2012) è stato, assieme al Servo di Dio Padre Candido Amantini, uno tra i più importanti esorcisti italiani del XX secolo, nonchè animatore del gruppo carismatico di Maria del Rinnovamento nello Spirito e fondatore del Centro Carismatico Gesù Liberatore.
Uomo di grandissima cultura, fu insegnante di teologia nel Collegio dell’Ordine Francescano a Palermo dal 1939 al 1952, e nel Seminario Arcivescovile e Convitto Ecclesiastico dal 1960 al 1965.
In molti, nella sua amata Palermo, lo ricordano per la sua semplicità, la sua gentilezza, la grande umiltà, lo spirito giovanile sempre pronto ad accogliere chi, anche a tarda notte, bussava alla sua porta per richiedere aiuto: mai smetteva di pregare per gli ammalati, mai negava ai bisognosi il conforto di dolci parole.
Da lui si recavano semplici cittadini, nobili, personaggi dello spettacolo, politici, giudici, e forze dell’ordine per richiedere preghiere di liberazione o esorcismi seppure, come specificò lo stesso Padre Matteo, “c’era chi si rivolgeva per chiedere una benedizione, ma non voleva la liberazione. Molti preferivano rimanere al servizio di Satana”.
Fuggiva di fronte ai riflettori della stampa o dei salotti buoni, evitava con estrema accuratezza di mettersi in mostra o di far parlare di sè, ripetendo spesso a chi aveva vicino: “Sono un umile servo di Dio al servizio della Chiesa e basta”.
Eppure la straordinarietà di Padre Matteo La Grua non si fermava alla sua particolare personalità.
Egli, infatti, possedeva un carisma molto particolare donatogli dal Signore: il carisma del comando, ovvero era in grado di “comandare” le malattie, anche le più gravi, per poi farle sparire del tutto.
Bastava una sua parola, un suo sguardo o una sua carezza, perché i ciechi ritrovassero la vista, gli storpi tornassero a camminare, i sordi udissero e le persone in coma si risvegliassero.
Le testimonianze a riguardo sono molte, tutte volte a confermare la grandezza di quello che in breve tempo fu soprannominato “Padre Pio siciliano“.
Ad esempio un pomeriggio, dopo un incontro di preghiere, Padre La Grua mandò tutti i partecipanti a casa, ma era rimasto un uomo seduto. Padre La Grua gli ripeté di andarsene a casa, ma lui rispose che non poteva camminare, che era paralizzato dalla nascita. La Grua allora insistette dicendogli di alzarsi e di andarsene: egli miracolosamente si alzò e se ne andò camminando.
Un giorno, invece, fu chiamato a benedire un uomo che era morto da poche ore. Fece la consueta preghiera di circostanza, benedisse la salma, ma dopo poco l’uomo si risvegliò e disse per tre volte “Gesù mio misericordia”, dopodiché ritornò morto: era ritornato in vita per chiedere perdono dei suoi peccati.
Altro episodio, probabilmente il più eclatante, accadde a Siracusa dinnanzi a sedicimila persone.
Una donna con in braccio una bambina che non aveva mai camminato salì improvvisamente sul palco dove Padre La Grua celebrava la messa. Il frate, impietosito, le disse: «Dammi la bambina». La prese sulle sue gambe e le chiese: «Cosa vuoi?»; la bimba rispose che voleva camminare. A questo punto si mise in piedi, un po’ barcollando, ed a poco a poco iniziò a camminare.
Vi è inoltre la forte testimonianza d’un malato di cancro guarito e convertito.
Mentre alcune sue amiche richiedevano a Padre Matteo di pregare ed intercedere per lui, il religioso con voce potente d’un tratto esclamò: “Dice il Signore: TUMORE, ARRESTATI!“.
Il tumore miracolosamente si arrestò, ed il malato si convertì poco dopo andandosi a confessare dopo 40 anni.
Ancora, il signor Pietro Prestigiacomo racconta di come il frate non solo abbia predetto a sua moglie una gravidanza nel 2001, ma abbia persino guarito il piccolo che era nato in condizioni gravissime.
Interessante testimonianza proviene dalla madre di Laura, bambina al tempo affetta da una rara displasia.
La piccola non poteva camminare senza l’aiuto del divaricatore e la madre, disperata, si rivolse a Padre Matteo. Egli, benedicendo le gambe della figlia con olio esorcizzato, le disse: «Non temere. Il Signore, stanotte, verrà a trovare la tua bambina».
La mattina seguente, con grande stupore, i genitori trovarono il divaricatore spezzato in parti uguali: la bambina era improvvisamente capace di camminare da sola.
Ma i fenomeni sovrannaturali che accadevano attorno a Padre Matteo non si limitavano alle guarigioni.
Un altro evento straordinario accadde il giorno 8 maggio 1999, alla presenza di numerosi fedeli riuniti per la messa del sabato: subito dopo la consacrazione del vino, un soave canto s’innalzò dal nulla divenendo sempre più potente e chiaro ai partecipanti.Si trattava infatti di voci d’angeli che, guidate dalla Vergine, intonavano inni sacri.
Alcuni, in virtù di questo fatto, amichevolmente lo chiamarono “l’angelico esorcista“.
Una registrazione è disponibile al seguente link: Gli angeli cantano durante la messa di Padre Matteo La Grua.
Padre La Grua, per quanto possa sembrare diversamente, era molto riservato riguardo gli esorcismi: “di queste cose non parlo. I casi sono tanti, a centinaia“, specificando oltretutto che “la liberazione è un dono di Dio. Soltanto Dio può liberare: quando e come vuole, ricordiamocelo, poiché se Satana è potente, Dio è Onnipotente! Il Signore può dunque liberare anche senza l’intervento di intermediari umani”.
Egli infatti voleva maggiormente porre in risalto il sempre crescente e pericoloso interesse verso l’occultismo, di come nel mondo moderno le insidie della magia si nascondano nella quotidianità e di come vi siano sempre più occasioni per cadere nella trappola infernale: “Gli occultisti prendono campo perché venendo meno la fede, l’uomo, religioso per natura, cerca altri espedienti. Imbocca vie occulte, nella speranza di provare sensazioni nuove e risolvere i propri problemi. Ma l’occultismo non risolve proprio nulla: nel migliore dei casi, offre solo una certa soddisfazione momentanea“.
Alcuni testimoni, a riguardo, raccontano ad esempio dell’occasione in cui Padre Matteo La Gura fu costretto ad esorcizzare un’intera classe di liceo poichè i ragazzi, durante un’occupazione, avevano fatto delle sedute spiritiche.
Nel luogo dove erano state fatte si verificarono fenomeni d’infestazione, come pure, contemporaneamente, in casa di qualcuno dei ragazzi, mentre i genitori erano ignari di quanto stava accadendo a scuola.
Il frate fu anche uno dei religiosi che esorcizzò Francesco Vaiasuso, la cui vicenda è stata narrata nel libro “La mia possessione” (un nostro collaboratore ha recensito il libro nel seguente articolo: ““La mia possessione”, un libro da acquistare“).
Era spesso molto duro verso i suoi colleghi esorcisti, non di rado costretto a sopperire ai bisogni degli indemoniati che non riuscivano a trovare bravi sacerdoti: “Se si impegnassero a fare dei veri esorcismi, potrebbero bastare quelli che ci sono. Un esorcismo può costare la vita. Oltre Dio, non c’ è altro”.
La malattia del secolo è la bulimia spirituale. Mai come oggi il mondo ha avuto tanta fame di consolazione! L’uomo si sente solo. Per colmare questa solitudine ricorre a due soluzioni distruttrici. L’edonismo o l’esoterismo.
[…] L’Italia – un po’ come tutta l’Europa, del resto – si dirige verso il declino culturale e religioso. Penso che se Cristo non ritornerà al centro della vita, se anzi Gesù verrà allontanato dalla quotidianità, allora l’intero mondo occidentale crollerà. Eliminato Cristo, tutto vacillerà.
(Tratto dal libro “Contro Satana – intervista a Padre Matteo La Grua”, pag 13-31)
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