L’omelia di Padre Maurizio Botta ci offre un insegnamento molto importante sul Regno di Dio e sulla zizzania che, costantemente, il diavolo semina.
L’omelia, molto riflessiva, di Padre Maurizio Botta, ci offre un insegnamento sulla figura del diavolo, nemico numero uno dell’uomo e di Dio. Nel riflettere su questo tema, Padre Maurizio ha ripreso una bellissima udienza di Papa Paolo VI, dove fece una magistrale catechesi su questa tematica. “Con forza, autorevolezza e ansia di magistero”, il Pontefice mise sotto i riflettori questo nemico. Papa Paolo VI ci invitava a trovare e riconoscere il peccato, causa profonda della morte, perché distacco da Dio, fonte della vita. Allo stesso tempo, ricorda Padre Maurizio, il Santo Padre presentò il peccato come “occasione ed effetto di un intervento nel nostro mondo di un agente oscuro e nemico”, per l’appunto il demonio.
Nel corso della sua udienza, il Santo Pontefice Paolo VI presentò questa terribile realtà come “demoniaca, misteriosa e al tempo stesso paurosa”. Questa realtà, una volta uscita dall’insegnamento biblico ed ecclesiastico, si rifiutò di riconoscerlo. Paolo VI, ci ricorda il Sacerdote, ribadì la caratteristica “personale” del demonio. Nelle vicende quotidiane di ogni uomo non c’è, infatti, solo il cosiddetto “zampino” del demonio, ma quell’operare costante di una volontà esterna a noi, efficiente, personale, e volontaria contro di noi e contro tutte le cose buone: amicizie e relazioni.
Il Pontefice definì il diavolo come “tentatore per eccellenza”. Sappiamo che quest’essere oscuro e conturbante esiste davvero. Esiste ed agisce ancora con astuzia, caratterizzandosi come il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia dell’umanità. La parabola del buon grano e della zizzania si manifesta perciò come “sintesi dell’illogicità che sembra presiedere sulle nostre vicende”: è un nemico che ha fatto questo. Fu Cristo stesso a definire il demonio “padre della menzogna”.
Con un termine dalla forte valenza simbolica, il Pontefice, come ricorda Padre Maurizio, definì il demonio “insidiatore sofistico dell’equilibrio morale dell’uomo”. Attraverso dei ragionamenti sofistici, quest’ultimo insidia la vita morale di ogni uomo. Lui è il perfido e astuto incantatore, che in noi riesce ad insinuarsi, per via dei “sensi”, della fantasia e della logica utopistica. Inserendosi, il diavolo introduce deviazioni nocive, ma all’apparenza conformi con le nostre strutture fisiche e psichiche.
Padre Maurizio, nel corso della sua omelia, ha anche affrontato un’altra tematica importante: il Sacerdote ha sottolineato che “del demonio non bisogna aver paura”, se si è uniti alla vita, a Cristo, con i Sacramenti e con la preghiera. Uniti a Cristo, il demonio può essere sconfitto. Ma la vittoria di Cristo va annunciata al demonio.
Ci sono segni della presenza diabolica? Padre Maurizio, riprendendo la bellissima e moderna catechesi di Papa Paolo VI, ci dice che potremmo supporre la sua sinistra azione là dove la negazione di Dio si fa radicale. Dove la menzogna si afferma “ipocrita e potente”, contro la verità evidente. Dove l’amore è spento da un egoismo crudele, dove il nome di Cristo è impugnato con odio cosciente e ribelle. Dove lo spirito del Vangelo è mistificato e smentito. Dove la disperazione si afferma come ultima parola. Lì, è l’esperienza di satana.
Fabio Amicosante
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