Le recenti parole di Papa Francesco riguardo le apparizioni mariane a Medjugorje ”Non credo ad una Madonna Capo ufficio telegrafico” hanno fatto storcere il naso a molti fedeli che in terra bosniaca hanno trovato la fede. In seguito a quelle parole è poi uscito il resoconto delle indagini effettuate dalla commissione guidata dal Cardinale Ruini che, in un certo senso, conferma le perplessità manifestate dal Santo Padre.
Trattandosi di una situazione complessa e sfaccettata ‘Avvenire’, quotidiano legato alle questioni di fede, ha voluto intervistare Padre Salvatore Maria Perella (uno dei membri della commissione Ruini) sulle parole del pontefice. Il sacerdote ha voluto premettere che Papa Francesco parla con l’intenzione di preservare la purezza del fenomeno mariano, poi ha aggiunto una seconda premessa, questa volta, sulle intenzioni che hanno guidato la commissione nell’indagine:
“La Commissione è stata chiamata a dare un giudizio seppur non definitivo compiendo una valutazione teologica sulla veridicità o meno del ‘fenomeno’ Medjugorje e a proporre indicazioni pastorali. Il Papa, parlando con i giornalisti, ha spiegato che la Commissione ha sezionato il ‘caso’ in due segmenti: una prima parte riguarda le sette apparizioni iniziali, il nucleo fondativo definiamolo così, che è sembrato credibile. L’altra parte, vale a dire il seguito delle apparizioni che ancora continuerebbero, ha lasciato perplessa la Commissione”.
Dopo le premesse d’obbligo, Padre Perella si sofferma sulle parole del pontefice che tanto hanno fatto discutere: “È un fatto assodato che la Vergine sia latrice di messaggi del cielo, ossia di Dio. Basta leggere il Vangelo quando lei afferma: ‘Qualsiasi cosa il Signore vi dica, fatela’. Tuttavia il Papa è scettico sul fatto che la cosiddetta ‘Madonna di Medjugorje’ mandi messaggi a getto continuo, parli troppo, si presenti a orari prestabiliti. Del resto le apparizione non sono mai a gloria di Maria ma di Dio per le meraviglie compiute nella Vergine”.
Se i dubbi legati ai continui messaggi della Madonna possono essere leciti, lo sembrano meno quelli sulle prime 7 apparizioni, giudicate dalla commissione Ruini autentiche, ma meritevoli di ulteriori analisi secondo il Santo Padre. Riguardo le perplessità di Papa Francesco in merito alle prime apparizioni, Padre Perrella ha spiegato che Bergoglio ha lodato più volte il lavoro svolto dalla commissione Ruini, ma ha anche sottolineato come gli eventi si siano svolti in un periodo storico complesso da derubricare, quindi i suoi dubbi non nascono dal desiderio di privare i fedeli di un fenomeno positivo ma dall’esigenza di proteggerli dalle banalizzazioni: “C’è bisogno di preservare i fedeli dalla banalizzazione, dalla superficialità, dal pettegolezzo. In quest’ottica va letta la missione dell’inviato speciale del Papa, l’arcivescovo Henryk Hoser. Si è trattato di una richiesta avanzata della Commissione che grazie al genio pastorale del Papa si è concretizzata”.