È festa in cielo e sulla terra, in occasione del compleanno di un sacerdote che, presto, salirà agli onori degli altari. Una gioia che non solo la sua città, ma tutti i suoi devoti condividono.
Il 6 ottobre di 139 anni fa, nasceva a Napoli don Dolindo Ruotolo, Servo di Dio e venerato non solo nella Diocesi di Napoli.
Un sacerdote come tutti gli altri, ma che aveva qualcosa in più rispetto ai suoi confratelli. Don Dolindo Ruotolo, per molti, era già santo quando era ancora in vita. Una vita nella fede, iniziata con la sua volontà di diventare sacerdote e missionario, ma che, però, il Signore aveva tracciato diversamente per lui.
Nato a Napoli, il 6 ottobre del 1882, don Dolindo era un discendente della nobiltà napoletana e spagnola, ma ebbe un’infanzia difficile a causa di alcuni problemi di salute e per le ristrettezze economiche nelle quali la sua famiglia imperversava.
Nonostante tutto, prese i voti religiosi nel 1901 e due anni dopo chiese senza successo di essere inviato in Cina come missionario. Dopo l’ordinazione presbiterale, fu nominato professore dei chierici della Scuola Apostolica e maestro di canto gregoriano. Per un breve periodo si trasferì a Taranto e poi al seminario di Molfetta, dove insegnò e lavorò per la riforma del seminario stesso. Il 29 ottobre 1907 fu richiamato a Napoli e gli fu ordinato di non interessarsi più della faccenda.
Da questo momento iniziarono, verso di lui, le accuse di esser un “eretico formale e dogmatizzante”, tanto da esser costretto ad andare a Roma e ad essere sottoposto all’inchiesta e al giudizio del Santo Uffizio. Le indagini lo portarono anche a doversi sottoporre ad una visita psichiatrica ma, questo, non portò don Dolindo a ritrattare le sue idee. Fu anche sottoposto ad esorcismo.
Vari allontanamenti e sospensioni dalla chiesa e dal ministero sacerdotale, porteranno don Dolindo, all’età di 55 anni, ad esser riammesso alla professione sacerdotale nella Diocesi di Napoli.
Sarà proprio qui che darà inizio alla stesura di alcuni suoi volumi, “Opera di Dio” e “Apostolato Stampa”. Don Dolindo non aveva idee esegetiche o che allontanassero da Dio, anzi. Tra le opere redatte da don Dolindo Ruotolo si trova anche l’Atto di Abbandono: un breve scritto che tratta dell’abbandono fiducioso e totale del fedele nelle mani di Cristo, con una semplice frase: “Pensaci Tu…”, certo che Gesù mai l’avrebbe abbandonato.
Un amore pieno e completo a Dio, una devozione a Cristo che mai nessuno è riuscito a scalfire. La sua fama di santità già era evidente in vita. Di lui disse San Pio da Pietrelcina, ai fedeli napoletani in pellegrinaggio da lui: “Perché venite qui, se avete don Dolindo a Napoli? Andate da lui, egli è un santo”.
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Nel 1960 un ictus gli immobilizzò il lato sinistro del corpo. Morì il 19 novembre 1970. Il suo corpo è tumulato nella chiesa di San Giuseppe dei Vecchi e di Nostra Signora di Lourdes a Napoli.
Lo scorso mese di maggio, Monsignor Battaglia, Arcivescovo di Napoli, ha firmato il decreto ufficiale con il quale si dà inizio alla causa di beatificazione di Don Dolindo: “In virtù di questo decreto, io Domenico Battaglia, Arcivescovo Metropolita di Napoli, stabilisco che le parti attrici della causa del Servo di Dio Dolindo Ruotolo, sacerdote diocesano (1822-1970). Saranno l’Arcidiocesi di Napoli, con sede in Napoli – Lardo Donnaregina, 22, e la Parrocchia di San Giuseppe dei Vecchi e Immacolata di Lourdes, con sede in Napoli – Via San Tommasi, 20” – si legge nel decreto.
Un vero e proprio momento di grazia, da ricordare e festeggiare oggi per un Santo di Dio.
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