Eccone un esempio: l’Angelo custode, invocato da Padre Pio, ritrova un ragazzo disperso in guerra.
Durante la guerra mondiale, anche i giovanissimi partivano per servire la Patria e molti non facevano più ritorno alle loro case.
All’epoca, l’unico mezzo per comunicare con le proprie famiglie, lasciate nell’angoscia più totale, erano le lettere, ma non doveva essere facile scrivere dalle trincee e tanto meno ricevere missive dai luoghi in cui le persone si sparavano a vista.
Immaginate quale doveva essere la disperazione delle madri che, per mesi e mesi, non sapevano più nulla dei loro figli o dei loro mariti; nemmeno se fossero ancora vivi, se pregare per la loro salute o la loro dipartita.
In uno dei tanti casi di quel periodo tremendo, venne coinvolto anche Padre Pio.
Una donna aveva un figlio partito per la guerra di cui non si avevano notizie da più di un anno.
Il suo nome era Giovannino e, in paese, lo davano ormai tutti per morto.
I genitori non si davano pace e si rivolsero al Santo per implorarlo di scoprire se fosse almeno ancora vivo.
La madre, in particolare, in lacrime, si attaccò ai piedi di Padre Pio, dicendogli che non si sarebbe mossa di li, se prima non avesse saputo qualcosa sulla sorte del figlio.
La situazione era talmente drammatica che anche il Padre si rattristò e si commosse, ma subito disse alla donna di stare tranquilla.
Questo però alla donna non bastava, provata com’era dal terrore di averlo perso per sempre. Fu allora che la zia del ragazzo, figlia spirituale di Padre Pio, volendo trovare a tutti i costi un modo per esser certa delle condizioni del nipote e tranquillizzare, ancor di più, la famiglia, disse: “Padre, io scrivo una lettera a mio nipote Giovannino, con il solo nome, non sapendo dove indirizzarla. Voi e il vostro Angelo custode portatela dove si trova”.
Cosi fece: scrisse la lettera e la poggiò sul comodino, prima di addormentarsi. Aveva chiesto un vero e proprio miracolo, per intercessione di San Pio, alla Vergine.
La mattina dopo, con suo grande stupore, ma con immensa gioia perché era quello che ardentemente desiderava, la lettera non era più lì. E, dopo 15 giorni, Giovannino fece arrivare un messaggio alla famiglia, dicendo che stava bene.
Antonella Sanicanti
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