Padre Pio e Karol Wojtyla si conoscevano davvero. San Giovanni Paolo II non era nemmeno Arcivescovo di Cracovia, quando, per la prima volta, scrisse a Padre Pio da Pietrelcina.
Di lui aveva una grande stima e lo conosceva come il Frate che portava con se i dolorosi segni della Passione di Cristo.
L’allora Monsignor Wojtyla si trovava a Roma, per partecipare al Concilio Vaticano II, ed aveva scritto, il 17 e il 28 Novembre del 1962, due lettere in latino.
Parlavano della dottoressa Wanda Poltawska, ammalata di cancro.
Nella prima lettera, il futuro Papa aveva scritto a Padre Pio della malattia della donna: “Venerabile Padre, ti chiedo di pregare per una madre di quattro ragazze, che ha quarant’anni e vive a Cracovia, in Polonia. Durante l’ultima guerra, fu per cinque anni nei campi di concentramento in Germania e adesso si trova in gravissimo pericolo di salute, anzi di vita, a causa di un cancro. Prega, affinché Dio, con l’intervento della Beatissima Vergine, mostri misericordia a lei e alla sua famiglia”.
Nella seconda lettera, si legge della sua miracolosa guarigione: “Venerabile Padre, la donna abitante a Cracovia, in Polonia, madre di quattro ragazze, il giorno 21 novembre, prima dell’operazione chirurgica, è guarita all’improvviso. Rendiamo grazie a Dio, e anche a te Padre venerabile porgo i più grandi ringraziamenti a nome della stessa donna, di suo marito e di tutta la sua famiglia”.
Ma ci sono anche altre lettere, mai rese note da San Giovanni Paolo II, indirizzate allo stesso Padre Pio, per chiedere altre intercessioni.
Una di queste è stata ritrovata dallo scrittore Stefano Campanella e prelevata dall’archivio della Curia di Cracovia. Ecco cosa riporta:
Roma, 14 dicembre 1963
Molto reverendo padre, la santità vostra si ricorderà certamente che già alcune volte nel passato mi sono permesso di raccomandare alle sue preghiere casi particolarmente drammatici e degni di attenzione.
Vorrei pertanto ringraziarla vivamente anche a nome degli interessati per le sue preghiere in favore di una signora, medico cattolico, ammalata di cancro, o del figlio di un avvocato di Cracovia, gravemente ammalato dalla nascita. Ambedue le persone stanno, grazie a Dio, bene.
Mi permetta inoltre, padre molto Reverendo, di affidare alle sue orazioni, una signora paralizzata di questa arcidiocesi. Nello stesso tempo mi permetto di raccomandarle le ingenti difficoltà pastorali che la mia povera opera incontra nella presente situazione.
Colgo l’occasione per rinnovarle i sensi del mio religioso ossequio con il quale amo confermarmi della paternità Vostra.
Devotissimo in Gesù Cristo
Karol Wojtyla. Vicario capitolare di Cracovia.
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Antonella Sanicanti
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