Padre Pio e l’Eucarestia. Un rapporto indissolubile..

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La Messa di Padre Pio

L’ ambasciatore di Francia, Wladimir d’ Ormesson, che negli anni cinquanta assistette con sua moglie ad una Messa di padre Pio, realmente impressionato così la descrive :

“Alle sei padre Pio entra in cappella, il capo coperto dal suo cappuccio da cappuccino. Lo aiutano due chierichetti, e si fa strada con difficoltà. Poiché un mormorio crescente va aumentando fra i suoi assistenti, lui si gira per far silenzio, sale la gradinata dell’ altare, e scopre il suo capo.

“Mai nella mia vita ho assistito ad una Messa tanto impressionante. E tanto semplice. Padre Pio compiva solo i riti tradizionali. Recitava i testi liturgici con una tale chiarezza e convinzione, metteva nelle invocazioni una tale intensità, e i suoi gesti, nell’ essere sobri, avevano una tale grandezza che la Messa arrivava ad essere cio’ che era in realtà, e che ci siamo spesso dimenticati – un atto assolutamente soprannaturale. Elevata l’ ostia, alzato il calice, padre Pio si immobilizzava nella sua contemplazione…..dieci, dodici minuti……in mezzo a così tanta gente, si sentiva solo il bisbiglio della sua preghiera. Veramente lui era l’ intermediario fra Dio e gli uomini.

La preghiera di Padre Pio dopo la Comunione

RESTA con me Signore, perché è necessario averTi presente per non dimenticarTi. Tu sai con quanta facilità Ti abbandono.

RESTA con me Signore, perché sono debole ed io ho bisogno della Tua fortezza per non cadere tante volte.

RESTA con me Signore, perché Tu sei la mia vita e senza di Te vengo meno nel fervore.

RESTA con me Signore, per mostrarmi la Tua volontà.

RESTA con me Signore, perché desidero amarTi ed essere sempre in Tua compagnia.

RESTA con me Signore, se vuoi che Ti sia fedele.

RESTA con me Gesù, perché quantunque la mia anima sia assai povera, desidera essere per Te un luogo di consolazione, un nido d’amore.

RESTA con me Gesù, perché si fa tardi e il giorno declina… cioè passa la vita… si avvicina la morte, il giudizio, l’eternità… ed è necessario raddoppiare le mie forze, acciocché non venga meno nel cammino e per questo ho bisogno di Te. Si fa tardi e viene la morte!… M’inquietano le tenebre, le tentazioni, le aridità, le croci, le pene, ed oh! Quanto ho bisogno di Te, Gesù mio, in questa notte d’esilio.

RESTA Gesù con me, perché in questa notte della vita e dei pericoli ho bisogno di Te. Fa’ che Ti conosca come i Tuoi discepoli allo spezzar del pane… cioè che l’Unione Eucaristica sia luce che dissipa le tenebre, la forza che mi sostiene e l’unica beatitudine del mio cuore.

RESTA con me Signore, perché quando arriva la morte, voglio stare unito a Te, se non realmente per la Santa Comunione, almeno per la grazia e per l’amore.

RESTA con me Signore, Te solo cerco, il Tuo amore, la Tua grazia, la Tua volontà, il Tuo cuore, il Tuo spirito, perché Ti amo e non chiedo altra ricompensa che aumento di amore. Amore solido, pratico. AmarTi con tutto il mio cuore sulla terra, per seguire amandoTi con perfezione per tutta l’eternità.

Così sia.

dagli scritti del cuore: Padre Pio ai suoi “figli spirituali”:

“La carità, al dir di San Paolo, non deve essere invidiosa; l’uomo caritatevole deve gloriarsi nel vedere che tutti gli altri servano meglio di lui il Signore”.

“… insegnandoci il divin Maestro che Colui solamente che avrebbe perduta la propria anima, ossia la propria volontà, per Lui, costui svoltando l’avrebbe ritrovata e guadagnata: “Qui autem perdiderit animam suam propter Me, inveniet eam”.

“…Dall’aver castigato le passioni nasce nell’anima quella quiete e quella pace cotanto necessaria per le divine comunicazioni. Difatti, da che proviene la perturbazione e il Dolore? Non sono forse gli appetiti disordinati la radice della triste concupiscenza? L’anima, acquistata la pace e la tranquillità, conserva memoria continua di Dio, che va sempre più fortificato nel santo timore di Dio…”

“Si umiliano tranquillamente dinanzi al Signore ed a tutti desiderano di venire posposte, perché tutti stimano che servono il Signore meglio di loro. Cosa ammirabile! L’anima non vede che le proprie miserie continuamente le tiene dinanzi ai suoi occhi da non permetterle che la sua mente si porti con riflessione sulle altrui mancanze o peccati”.

“…mi vidi dinanzi un misterioso personaggio… che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue… Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore… La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue”.

“…d’un tratto fui riempito di un estremo terrore alla vista di un personaggio celeste che mi si presentava dinanzi all’occhio dell’intelligenza. Teneva in mano una specie d’arnese, simile ad una lunghissima lamina di ferro con una punta bene affilata e sembrava da essa punta che uscisse fuoco. Vedere tutto questo ed osservare detto personaggio scagliare con tutta violenza il suddetto arnese sull’anima, fu tutto una cosa sola. A stento emisi un lamento, mi sentivo morire…”

“Mai arrivare a godere della quiete e della pace che richiedesi alla contemplazione infusa. Lascisi adunque quest’anima avventurata apprestare la medicina che il Suo Sposo è per apprestarle. Si umilii dinanzi ad un sì potente Signore e si rallegri pure che la percossa del Signore la sente. Troppo dura sulla sua testa, sarà una percossa a salute e non a perdizione…”

“Qui la tua anima, o spirituale, per i disgusti e le aridità che proverà la tua anima si distaccherà da tutte le cose perché non trova il suo spirito di godimento in nulla; e lo Sposo Divino intanto opera ancora in te un altro prodigio infondendoti una grande prontezza nell’occupazione dei divini precetti…”

“Vi sono ancora spirituali i quali, sebbene alle volte molto innanzi nello spirito per le dolcezze che provano nelle cose di devozione e di pietà, cerchino secretamente, ed il più delle volte, anche senza accorgersene, soddisfare piuttosto se stessi e tralasciare di purificare il loro cuore…”.

“La sofferenza è il mio pane quotidiano, la mia delizia. Soffro quando non soffro, se pure c’è qualche istante della mia vita senza soffrire. Le croci sono i monili dello Sposo ed io ne sono geloso. Guai a chi si vuole mettere tra me e la croce”.

“Teniamo bene scolpito nella nostra mente quello che dice il Divin Maestro: Nella nostra pazienza possederemo l’anima nostra”.

“Se sapremo distenderci su quella Croce che Dio, per ognuno di noi, ha destinato, avremo delle grandi gioie già fin su questa terra, e chissà quali e come saranno in Paradiso”.

“Non hai tu da tempo amato il Signore? Non lo ami tutt’ora? Non brami amarlo per sempre? Dunque, nessun timore. Anche ammesso tu avessi commesso tutti i peccati di questo mondo, Gesù ti ripete: Ti sono rimessi molti peccati perché molto hai amato”.

“Il perno della perfezione è la carità: colui che vive di carità vive in Dio, ‹perché Dio è carità›, come disse l’Apostolo”.

“Mancare di carità è come ferire Iddio nella pupilla del suo occhio. Che cosa è più delicato della pupilla dell’occhio? Mancare di carità è mancare contro natura”.

“L’umiltà e la purezza dei costumi sono ali che elevano fino a Dio e quasi ci divinizzano. Ricordalo: è più vicino a Dio il malfattore che ha vergogna di operare il male che non lo è l’uomo onesto il quale arrossisce di operare il bene”.

“Nel tumultuare delle passioni e delle avverse vicende ci sorregga la cara speranza della Sua inesauribile misericordia: corriamo fidenti al tribunale di penitenza, ove Egli con ansia di Padre in ogni istante ci attende e pur consapevoli della nostra insolvibilità dinnanzi a Lui, non dubitiamo del perdono solennemente pronunziato sui nostri errori. Poniamo su di essi, come ce l’ha posta il Signore, una pietra sepolcrale”.

“Pratichiamo il detto di Davide: – Innalzate le vostre mani dalla parte del luogo santo durante la notte, e benedite il Signore -. Sì, figlioli, benediciamolo, che Egli sia la nostra guida, la nostra barca, il nostro porto”.

“L’amor proprio è figlio della superbia e più malizioso ancora della madre”.

“Devi avere sempre prudenza e amore. La prudenza ha gli occhi, l’amore ha le gambe. L’amore che ha le gambe vorrebbe correre a Dio, ma il suo impulso di slanciarsi verso di Lui è cieco, e qualche volta potrebbe inciampare se non fosse guidato dalla prudenza che ha gli occhi. La prudenza quando vede che l’amore potrebbe essere sfrenato gli presta gli occhi. In tal modo l’amore si trattiene e, guidato dalla prudenza, agisce come deve e non come vorrebbe”.

“Tre cose dobbiamo tenere presenti innanzi a noi: primo, che stiamo sempre innanzi alla maestà di Dio; secondo, che dobbiamo sempre avere il santo timore di Dio; terzo, che non dobbiamo mai dimenticare che l’anima nostra è destinata per l’eternità”.

“Procurate di sempre più avanzare nella carità: allargate il vostro cuore con fiducia ai divini carismi che lo Spirito Santo è intento a versare in esso… Se vogliamo raccogliere è necessario non tanto seminare molto, quanto spargere il seme in un buon campo, e quando questo seme diventerà pianta, ci stia molto a cuore di vegliare a che la zizzania non soffochi le tenere pianticelle”.

“Pregate ancora che Dio vi consoli, quando sentite aggravarsi su voi il peso della Croce: così facendo non operate affatto contrario alla volontà di Dio, ma stando con lo stesso Figliolo di Dio, che pregò il Padre Suo nell’orto per qualche sollievo. Ma se a Lui non piace di farlo, siate pronti a pronunciare con lo stesso Gesù il – fiat”.

“L’umanità e la carità sono le corde maestre, tutte le altre sono dipendenti da esse; l’una è la più bassa, l’altra è la più alta: la conservazione di tutto l’edificio dipende dal fondamento e dal tetto. Se si tiene il cuore indirizzato nell’esercizio di queste, non si incontreranno poi difficoltà nelle altre. Queste sono le madri delle virtù, quelle le seguono come fanno i pulcini con le loro madri”.

“Dove non c’è obbedienza non c’è virtù; dove non c’è virtù non c’è bene; dove non c’è bene non c’è amore; dove non c’è amore non c’è Dio; dove non c’è Dio non c’è Paradiso”.

“La misericordia del Signore, figliolo, è infinitamente più grande della tua malizia”.

“Dobbiamo stare attenti a non commettere colpa alcuna, né piccola né grande, poiché tutto è grave per il Cuore Divino che tanto ci ama. Ricordiamo ogni istante questo e cerchiamo di non mai pesare le nostre colpe sulla bilancia del farmacista”.

“Tutte le anime amanti di Gesù devono rendersi sempre più conformi a questo divino ed eterno modello… E beate quelle anime che saranno trovate più conformi al loro divino prototipo” .

“Stringiamoci al cuore addolorato della Mamma Celeste in questa quaresima, e pensiamo nel suo dolore a quanto è preziosa l’anima nostra.”

“Non ti arrestare nella ricerca della verità e nell’acquisto del sommo Bene. Sii docile agli impulsi della Grazia, assecondando le sue ispirazioni. Non arrossire del Cristo e della Sua dottrina”.

“Il tempo speso per la gloria di Dio e per la salute dell’anima non è mai malamente speso”.

“Ho alzato più volte in alto la mia mano nel silenzio della notte e nel ritiro della mia celletta, benedicendovi tutti e presentandovi a Gesù ed al nostro Padre San Francesco.”

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