Il miracolo che rese possibile la canonizzazione di Padre Pio è quello di Matteo Pio Colella, sette anni, guarito miracolosamente per sua intercessione.
Il processo di Beatificazione e successiva Canonizzazione di San Pio da Pietrelcina iniziò un solo anno dopo la sua morte, avvenuta nel 1968. Fu Giovanni Paolo II, il 16 giugno del 2002, a proclamarlo Santo.
Molti testimoni furono ascoltati e si raccolsero 104 volumi tra disposizioni e documenti. Il 21 gennaio del 1990, Padre Pio venne proclamato Venerabile. Divenne Beato il 2 maggio del 1999 e, infine, fu dichiarato Santo da Papa San Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro, il 16 giugno del 2002. Il miracolo con il quale Padre Pio divenne ufficialmente Santo risale al 2000 e si tratta della guarigione del giovane Matteo Pio Colella, nato nel 1992 a San Giovanni Rotondo.
Era il 20 gennaio del 2000, Matteo aveva sette anni e frequentava la seconda elementare nella scuola “Francesco Forgione”. Quella mattina, la sua maestra, Concetta Centra, si rese subito conto che il bambino non si sentiva molto bene. Le maestre chiamarono subito i genitori, perché si notavano quelli che sembravano semplici sintomi di influenza. Matteo tornò a casa e passò il pomeriggio con suo padre. La situazione iniziò ad aggravarsi verso sera, quando Matteo iniziò a sentirsi peggio.
Le condizioni di Matteo peggiorarono durante l’arco della giornata: la febbre salì fino ai 40 gradi, accompagnata da vomito. La sera, quando Matteo non riconobbe più sua madre, fu portato immediatamente in ospedale. Matteo venne ricoverato presso la casa “Il sollievo della sofferenza”, voluta esplicitamente dal Santo frate. Tragica la diagnosi: si trattava di meningite fulminante. Matteo fu portato immediatamente in Rianimazione.
Le speranze dei medici iniziarono a venire meno soprattutto il giorno seguente, il 21 gennaio. Le condizioni di Matteo erano seriamente compromesse, la malattia aveva danneggiato quasi tutti gli organi e, nonostante il trattamento intensivo, il cuore di Matteo batteva 23 volte al minuto. Queste le parole del ragazzo, intervistato da Fabio Bolzetta: «Per il caso clinico, io non dovrei essere qui, la loro fede nel riuscire a guarirmi si era spenta».
Antonio Colella, padre di Matteo, lavorava come medico proprio nell’ospedale di Padre Pio. La sua testimonianza ci fa capire come, da un punto di vista medico, la situazione di Matteo era tragica. Infatti, nell’ambito di un’intervista, spiegò che in letteratura, con più di quattro organi compromessi dalla malattia, le probabilità di sopravvivenza sono pressoché nulle. La madre di Matteo, devota di Padre Pio, si affidò alla preghiera, sviluppando una grande catena di preghiere a Padre Pio, con i fratelli e tutti i familiari, presso i conventi di San Giovanni, affinché il Santo potesse intercedere.
Matteo era in coma farmacologico da ormai una decina di giorni, passati i quali, i medici tentarono un disperato tentavo di svegliarlo. Matteo si riprese immediatamente, chiese un gelato ai suoi genitori e un videogioco a suo fratello. Da quel momento la ripresa è stata molto rapida: il 5 febbraio riacquistò il respiro spontaneo e il 12 febbraio fu riportato nel reparto pediatrico. Da allora si ebbe la certezza della sua straordinaria guarigione.
Matteo era solo un bambino, ma capì ciò che gli era successo. Quando si è svegliato, raccontò a sua madre ciò che gli era accaduto: Per Matteo non erano trascorsi 11 giorni, era come se fosse passata una sola notte, durante la qual sognò di essere insieme a Padre Pio. Il Santo strinse la mano del giovane, dicendogli: «Non ti preoccupare, guarirai».
Quella di Matteo Pio Colella fu a tutti gli effetti una miracolosa guarigione. I medici si trovarono, con gioia, di fronte a un caso del tutto inspiegabile da un punto di vista scientifico. Il dottor Alessandro Villella spiegò: “Non sono in grado di spiegare scientificamente la completa guarigione del piccolo Matteo Colella, senza dover pensare che possa esservi stato un intervento soprannaturale”. La Congregazione delle cause dei Santi, il 22 novembre 2001 dichiarò che “La guarigione, rapida, completa e duratura, senza postumi, era scientificamente inspiegabile”.
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Fabio Amicosante
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