Padre Pio riteneva che il pericolo più grande è, per chi cercava la perfezione, la vanagloria.
Chiunque abbia studiato e successivamente fatte proprie le regole della vita cattolica è conscio del fatto che il peccato è connaturato con l’uomo. Per quanto ci si sforzi di evitare i peccati più gravi, la quotidianità ci spinge a commetterne altri di minore entità. Non a caso uno dei sacramenti fondamentali del cristianesimo è la confessione, attraverso la quale possiamo liberarci delle nostre colpe per misericordia divina.
Il buon cristiano, come sopra spiegato, si astiene dai peccati capitali, vincendo attraverso la forza di volontà e la fede le pulsioni e le tentazioni. C’è un peccato grave, però, che molti ferventi cattolici commettono e del quale sottovalutano le conseguenze: la vanagloria. Spesso, infatti, c’è chi per desiderio di mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo si vanta delle buone azioni compiute, o chi le compie addirittura per sentirsi gratificato dagli altri. Il rischio è quello di cadere nel vizio di cercare ad ogni costo la glorificazione del proprio gesto, vanificando quanto di buono fatto.
Padre Pio (divenuto santo per volere di papa Wojtyla) era conscio dei pericoli che si manifestavano davanti a chi cerca di seguire il sentiero tracciato dal Signore. Proprio per questo motivo, in alcune sue epistole, mette in guardia tutti i credenti dalle insidie che attendono chi prova compiacimento per le buone azioni. In un passo Padre Pio ricorda come lo stesso Gesù riprese gli apostoli sottolineando loro come la vanagloria fosse contraria alla perfezione.
Quindi evidenzia come il demonio sappia che proprio questo sentimento di compiacimento fine a se stesso possa essere l’arma per indurre in tentazione un uomo giusto: “Tutti gli altri vizi predominano solo quelli che si lasciano vincere e dominare da essi, ma la vanagloria innalza la testa contro quelle istesse persone che la combattono e vincono… essa è un nemico che non si fiacca mai, è un nemico che entra a guerreggiarci in tutte le nostre operazioni e se non si è accorti, se ne rimane vittima”.
In un altro passo, dopo aver ammonito il proprio interlocutore sulla necessità di reprimere vanagloria, iracondia e invidia, Padre Pio lo mette in guardia sulla ricerca della gloria vana: “Guardatevi pure dall’amore di gloria vana, vizio proprio delle persone devote. Esso ci spinge senza accorgercene, ad apparire sempre più degli altri, a guadagnarci la stima di tutti”. Per il santo l’unico modo di combattere questo vizio era la ricerca costante dell’umiltà: “Non vogliate sentire molto di voi: il basso sentire di se stessi, credendo tutti superiori a sé è il rimedio unico per guardarci da questo vizio”.
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Luca Scapatello
Fonte: Corsia dei servi
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