Un giorno venne chiesto a padre Slavko se il pianto della statua della Madonna di Civitavecchia fosse un segno di Dio o meno. Questo, invece di rispondere direttamente, ha cercato di fare capire all’interlocutore che non dobbiamo essere noi a decidere quali sono i segni inviati da Dio. Ma per farlo è partito da lontano citando lo stesso Gesù: “Una volta Gesù ha chiamato questa generazione perversa e adultera perché chiedeva un segno”.
Questo vuol dire che non esistono segni divini? Certamente no, anche perché nella Bibbia viene mostrato più volte come Gesù fosse incline a mandare dei segni, vuol dire semplicemente che non abbiamo la facoltà di decidere quali essi siano né quella di richiederne alcuni che ci siano più graditi. Nello spiegare questa ennesima verità padre Slavko cita nuovamente il Messia e dice: “Non vi sarà dato altro segno che quello di Giona, cioè della sua morte e della sua resurrezione”.
Detto questo il sacerdote bosniaco spiega come anche al tempo questa decisione di Gesù non venne accettata da tutti, molti infatti desideravano altri segni, segni a loro graditi, ma la verità, aggiunge, è che essi non volevano convertirsi. La citazione biblica serve a padre Slavko per parlare della generale miscredenza che ruota attorno alle apparizioni di Medjugorje, ed infatti dice: “Così per Medjugorje. Uno non può accettarlo perché le apparizioni durano troppo a lungo. Un altro perché i messaggi sono così semplici e non dicono nulla di nuovo”.
Il sacerdote, dunque, spiega ai presenti che si tratta di una questione di fede, che un segno può verificarsi ovunque, ma che non per questo ogni fatto inspiegabile dev’essere visto come un segno. Come fare allora a capire quando si è davanti ad un miracolo? Per rispondere il parroco di Medjugorje pone come esempio sempre il paese bosniaco: “Perché accettiamo la presenza della Madonna? Perché non abbiamo detto prima: voglio capire, voglio rendermi conto con la mia testa; ma, volendo accettare la volontà di Dio, abbiamo anche capito che si trattava di messaggi veri”.
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