Che Padre Arturo Sosa fosse un personaggio sui generis lo si era capito quando parlando della parola del Vangelo aveva commentato che non esistendo registratori non era possibile sapere cosa avesse detto Gesù esattamente. Un’affermazione un po’ contraddittoria per un uomo che ha deciso di dedicare la sua vita agli insegnamenti dedotti da quelle parole.
Ma se già quella affermazione aveva fatto storcere il naso non poco, durante un’intervista con ‘El Mundo’ il generale dei gesuiti si è superato con affermazioni al limite dell’inverosimile. La prima domanda che gli viene rivolta è sul ruolo delle donne all’interno della Chiesa, Padre Sosa afferma che queste hanno avuto un ruolo chiave (e fin qui nulla da recriminare) ed auspica che in futuro possano essere loro a cambiare la Chiesa in meglio:
“Gesù non ha seguito le norme comuni della donna della sua epoca. Donne lo accompagnarono sempre. La Chiesa non è esistita senza di loro. Per me sono le grandi trasmettitrici della fede. Verrà un momento in cui il loro ruolo si riconoscerà di più. La Chiesa del futuro dovrà avere una gerarchia differente, con ministeri diversi. Mi appello alla creatività femminile affinché entro 30 anni abbiamo comunità cristiane con un’altra struttura. Il Papa ha aperto la porta del diaconato creando una commissione. Poi potranno aprirsi più porte”.
La seconda domanda riguarda la sua posizione sul matrimonio omosessuale. Su questo Padre Sosa si schiera in favore dell’unione legale, ma spiega che per il sacramento c’è più di un impedimento:
“Una cosa è il pensiero pubblico e ufficiale, e altro è ciò che accade nelle comunità. Una cosa è la mia omosessualità, un’altra è il mio compagno omosessuale, che fa parte della mia famiglia, del mio ambiente. Nella vita religiosa ci sono omosessuali e non sono perseguitati, fanno parte della comunità. Il sacramento (del matrimonio, N.D.R.) è un altro tema, una cosa è riconoscere lo statuto civile perché non ci siano discriminazione e un’altra è l’aspetto teologico. I sacramenti non nascono così”.
Infine gli viene chiesto se pensa che il male sulla terra sia opera del demonio, e lui risponde che il demonio è solo una raffigurazione del male insito nell’essere umano:
“Dal mio punto di vista, il male fa parte del ministero della libertà. Se l’essere umano è libero, può scegliere fra il bene e il male. Noi cristiani crediamo di essere fatti a immagine a somiglianza di Dio, per cui Dio è libero, ma Dio sceglie sempre di fare il bene perché è tutto bontà. Abbiamo creato figure simboliche, come il diavolo, per esprimere il male. I condizionamenti sociali anche rappresentano questa figura, ci sono persone che agiscono così perché c’è un ambiente dove è molto difficile fare il contrario”.
Posizione, quest’ultima, alquanto bizzarra ed in totale controtendenza con la dottrina professata dalla Chiesa in duemila anni di storia. Non è una novità che un sacerdote neghi l’esistenza del demonio come entità dotata di volontà, per anni infatti il ministero degli esorcisti ha lottato affinché gli venisse riconosciuto uno status ufficiale, ma in questo caso a negare la validità dell’esorcismo e l’esistenza dei demoni è uno dei consiglieri del Santo Padre.
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