Padre Ulrich Kössler si descrive benissimo, quando parla della sua speciale vocazione, arrivata a destinazione quando era già un affermato chirurgo e pediatra.
Qualche anno fa, si è sentito chiamare a seguire le orme di Cristo e ad entrare in un Monastero Benedettino. Così, ha lasciato tutto (lo studio, il lavoro, gli affetti) per far crescere la propria fede.
Padre Ulrich Kössler è ora a capo della parrocchia di Gries, a Bolzano: “Prima ho curato i corpi, ora le anime. Sono comunque sempre in contatto con le persone”, che ancora gli chiedono anche consigli medici.
La “chiamata”
La sua vita è cambiata radicalmente dal 2010, quando, medico dell’ospedale di Bolzano, ha sentito la chiamata del Padre a cui ha risposto “si”. All’ epoca, stava passando la sua settimana di ferie in raccoglimento e solitudine, nel Convento di Muri Gries. “Dopo nove mesi di riflessioni, come una gravidanza, ho preso la decisione e sono entrato nei Benedettini”. Ed è così che ha iniziato una vita nuova, decidendo di servire Cristo: “Lavorare in sala operatoria è un po’ come stare sull’altare: devi essere concentrato perché fai cose importanti, sacre”.
Ora che osserva la Chiesa dall’ interno, è davvero a contatto coi problemi del mondo, della gente che cerca di essere cristiana, scansando le occasioni di peccato, che allontanano dalla devozione autentica.
Padre Ulrich Kössler, per questo, riflette sul fatto che: “La crisi delle vocazioni è la crisi della Chiesa, però anche i giovani oggi non hanno più il coraggio di decidere”.
Il “lavoro” che la Chiesa dovrebbe fare è, dunque, quello di comunicare e far intendere alla gente il messaggio di salvezza, che si ripete e si propaga da più di 2000 anni, ma che molti non hanno ancora “visionato” e compreso.
Antonella Sanicanti
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