Vangelo di domenica 13 giugno: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

 

 

È matematico che se mettiamo il seme della fede nella nostra vita, la nostra vita germoglia di frutti di vita eterna

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Gesù in questo Vangelo ci dice che se noi mettiamo la fede nel nostro cuore e cominciamo a credere in Dio, quel seme che è la nostra fede all’inizio sarà piccolo, sarà l’ultima cosa su cui siamo abituati a ragionare.

Gesù dice che la fede è l’ultimo dei semi, ma poi diventa il più grande, tanto che gli uccelli del Cielo ci fanno addirittura il nido. Ci fa capire che è matematico che se mettiamo il seme della fede nella nostra vita, la nostra vita germoglia di frutti di vita eterna, quindi la lettura che dovremmo dare oggi al Vangelo è legata al fatto che non siamo giudicati nel nostro un cammino di fede, ma siamo aiutati nel cammino di fede.

Un germoglio di fede

Gesù infatti ci dice che nemmeno noi sappiamo come ma lui cresce. Non sappiamo come il seme che cresce poi porti germoglio, ma cresce e poi diventa frutto. Poi arriverà il tempo della mietitura, che è la nostra fine, dove si raccoglierà il frutto che abbiamo portato. Il dono dello Spirito Santo è un dono straordinario, che non possiamo comprendere, che agisce nella nostra vita quando mettiamo Gesù al primo posto. Se non lo mettiamo al primo posto, è tutto un bluff. Dio deve stare al primo posto, perché è Dio.

Oggi voglio fare un esempio: ieri c’è stato un giocatore di calcio di 29 anni che si è accasciato al suolo e stava morendo. C’è stato un intervento per aiutarlo a riprendersi. Poi è arrivato il comunicato che ora sta meglio. C’è chi pensa che siano stati i medici a salvarlo e c’è chi dice che i medici hanno fatto quello che potevano fare, ma che la scintilla che l’ha rimesso in sesto l’abbia messa Dio.

C’è chi crede che sia stata la scienza ad averlo salvato, non curandosi del fatto che c’è comunque una volontà che sta sopra l’intervento dei medici. Molti interventi di urgenza con recupero cardiaco non vanno a buon fine. Ieri no, questo ragazzo si è salvato. Credo ci sia stato uno stadio intero a pregare, tutto il mondo in qualche modo si è unito a questa preghiera…

L’onnipotenza di Dio

Noi abbiamo sempre la possibilità di scegliere: la nostra fede ti regala la possibilità di mettere sempre Dio in discussione, ed è qui che cade il velo. Gesù ci chiama ad essere talmente credenti che qualunque forma di razionalità muore davanti alla sua onnipotenza. Noi dobbiamo avere la forza interiore, spirituale, di mettere Dio al di sopra della nostra razionalità ma anche della nostra scelta. Non possiamo scegliere Dio quando vogliamo. Dio ci chiede un rapporto sincero, profondo, interiore. Un rapporto che quando lo instauriamo lo dobbiamo rispettare, perché lui non ci lascerà più. Siamo noi che lo lasciamo.

Dio ci chiama inoltre all’abbandono, cioè a mettere i nostri dolori dietro di lui: se riusciremo a fare questo, lui li attenuerà fortemente. Come si fa? Questo lo sa Dio. Ci renderemo conto che Dio opera solo quando noi ci abbandoniamo. Solo lì lui riesce a fare quel miracolo che non crediamo che lui riesca a fare. Siamo tutti nella stessa condizione in un cammino di fede, e ognuno ha la sua Croce, e nessuno augurerebbe la propria all’altro, né prenderebbe quella dell’altro, perché ci sono situazioni che non siamo in grado di portare.

Pensiamo a bambini che sono all’ospedale con un tumore. Ho conosciuto una bambina, che si chiama Chiara, che mi è morta quasi davanti agli occhi, che giorni prima di morire mi ha detto: “Il Signore mi vuole bene”. E io le ho detto: “Perché ti vuole bene?” “Perché mi ha detto che adesso potrò giocare per sempre con lui e che non devo più soffrire”. Quando mi ha detto questo io mi sono messo il cuore in pace, non ho chiesto più la guarigione a Dio, gli ho chiesto: “Portala via con te”. Anche la mamma era arrivata a dirlo: questa bambina aveva subìto 28 operazioni, a sei anni. Noi non ci rendiamo conto, perché Dio opera in un modo che noi non possiamo comprendere: ci dobbiamo fidare di lui.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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Che nelle nostre vite ci sia la possibilità di risorgere in Colui che veramente ha dato tutto ciò che poteva per averci sempre con lui.

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Gesù parla ad ognuno di noi in modo diverso: questo Vangelo ad esempio mi ha fatto fare delle riflessioni che mi legano ai tre giorni prima della Risurrezione, come se la Madonna fosse stata preparata in quei tre giorni in cui non trovava più Gesù ad accettare poi i tre giorni dalla morte del figlio, fino a quando poi lo ritrova risorto, sapendo aspettare, perché tutto si ritrova, tutto rinasce, tutto si realizza.

Il peso delle parole

Le parole dei bambini sono micidiali, possono far tornare alla fede. Gesù non era per caso nel Tempio. Probabilmente lì ha seminato qualcosa che poi, quando è andato a predicare a trentatré anni, magari quelle parole che ha detto a dodici avevano già avuto un peso.

Questo per dire che Gesù è una sorpresa continua e inaspettata. Anche per Maria, che quando Gesù è scomparso per tre giorni ha vissuto un momento che non era forse pronta ad accogliere. Poi la buona notizia c’è stata anche per lei in quella situazione, dove io credo che sia stata in silenzio non tanto per un fatto di obbedienza e spirito di abnegazione, ma perché Maria, ritrovando Gesù, ha goduto talmente tanto del fatto di averlo ritrovato – immaginiamo quello che avrà provato nel momento in cui se l’è perso! – che quella gioia l’ha aiutata a stare in silenzio, perché lei sapeva chi era Gesù.

Perché se non ci fosse stata quella gioia del ritrovamento, io non so se riusciva ad accogliere quelle parole, perché sono state delle parole molto legnose, molto dure per una mamma, invece lei le ha accolte, perché ovviamente c’era questo spirito di abbandono totale alla volontà del Padre. Grazie all’aiuto dello Spirito Santo, di cui non dobbiamo dimenticarci mai, la Madonna è riuscita ad accogliere l’indicibile.

Un tempo di risurrezione

Mentre riflettevo su questi tre giorni, non so perché, mi è venuta quindi in mente l’immagine della Risurrezione di Gesù. Bastano pochi giorni di introspezione vera per incontrare il Signore. A volte basta veramente poco per dire: voglio approfondire il mio cammino di fede e aumentare la nostra conoscenza della volontà di Dio. Magari oggi Gesù ci sta chiedendo di prenderci “tre giorni” per stare con lui, per entrare in una dimensione migliore, che è quella in cui Maria lo ha conosciuto e lo ha vissuto nel suo Cuore Immacolato, che si unisce e batte insieme a quello di Gesù in un unico ritmo, il ritmo dell’amore di Dio.

Chiediamo al Signore il dono di dare anche a noi l’opportunità di crescere nella fede e di vivere in questo tempo che ci è stato concesso, un tempo di resurrezione. Che siano tre giorni, una settimana, questo lo sa Dio, ma che ci sia nelle nostre vite la possibilità di risorgere in Colui che veramente ha dato tutto ciò che poteva per averci sempre con sè. Ringraziamo Gesù per il dono di questa preghiera.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
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