Il fenomeno drammatico del lavoro minorile coinvolge circa 152 milioni di bambini in tutto il mondo.
L’uccisione della piccola Zohra, la bambina di otto anni “sfruttata come domestica in Pakistan, ha accesso nuovamente i riflettori sul fenomeno”, scrivono i media vaticani. Zohra è morta lo scorso 31 maggio a causa delle percosse che le sono state inflitte dai suoi datori di lavoro. Una coppia ricca di Rawalpindi. Si è riportato che la coppia l’ha picchiata perché la piccola ha fatto uscire due pappagalli da una gabbia.
Ovviamente, il caso ha fatto il giro del mondo sconvolgendo l’opinione pubblica. In Pakistan molte famiglie utilizzano bambine che vengono da situazioni di povertà estrema, per i lavori domestici. La promessa che viene loro fatta è quella di scolarizzazione, che spesso non avviene.
Il governo pakistano ha dichiarato di volere introdurre una legge sul lavoro minorile. Questa classificherebbe, finalmente, il lavoro domestico dei bambini come occupazione pericolosa. Vietando questo tipo di pratica lavorativa. Nel paese, per quanto sia fortunatamente illegale l’impiego di bambini nelle fabbriche, ci sono comunque 12 milioni di infanti lavoratori.
Contraddizioni che dovranno essere affrontate anche nell’ambito dell’ordinamento pakistano. “C’è bisogno di chiarezza giuridica e costituzionale sull’età del bambino”, afferma la segretaria federale presso il ministero dei Diritti umani Rabiya Javeri Agha. “Al di là della legislazione c’è un’urgente necessità di cambiare la nostra ‘cultura della disciplina’ attraverso punizioni corporali, sia a casa che a scuola”.
Il giornalista Francis Paul ha spiegato a Vatican News che “alcune fasce della popolazione hanno proprio l’abitudine di educare i bambini infliggendo loro delle punizioni fisiche”. “Questa stessa mentalità sbagliata rende molto difficile combattere il lavoro minorile, oltretutto le famiglie più povere e afflitte dal degrado sociale sono solite usare il lavoro dei minori per ottenere aiuti economici”, spiegano i media vaticani.
Il giornalista ha raccontato che capita spesso che già a 11 anni un bambino lasci la scuola per aiutare la famiglia lavorando. “A questo si aggiungono le discriminazioni etniche e sociali che portano i bambini delle minoranze ad essere ancora più sfruttati”, spiega.
Situazione che purtroppo si verifica molto spesso anche in molti altri Paesi, come ad esempio negli Emirati Arabi e in Africa. L’Onu afferma che nei Paesi meno sviluppati, un bambino su quattro svolge un lavoro dannoso per la salute e per il loro sviluppo.
Risuonano allora nella mente le parole pronunciate da Gesù nel Vangelo di Matteo 25, 37-43. “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato“.
Giovanni Bernardi
fonte: vaticannews.va
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