Pamela Mastropietro, il procuratore conferma: “Ergastolo senza attenuanti”

Per il Procuratore generale non ci sono i presupposti per chiedere uno sconto di pena per Oseghale, l’assassino di Pamela Mastropietro.

Foto dal Web

Si avvia con questa decisa affermazione il processo di secondo grado sull’omicidio della 18enne romana massacrata a Macerata nel 2018.

“Ergastolo senza attenuanti”

L’assassinio di Pamela Mastropietro è uno dei crimini più atroci commessi negli ultimi anni in Italia. La giovane si trovava a Macerata e voleva fare ritorno a Roma, purtroppo però è giunta troppo tardi alla stazione dei treni ed è tornata in centro. Qui ha incontrato Oseghale, il quale l’ha ospitata in casa e l’ha uccisa. Il suo corpo è stato trovato dopo giorni di ricerche all’interno di due valige. Secondo la ricostruzione processuale di quella notte l’uomo l’avrebbe prima stuprata, poi uccisa e fatta a pezzi.

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L’imputato è stato condannato in primo grado all’ergastolo con isolamento diurno. Pena che è stata impugnata dai legali della difesa, i quali chiedono in secondo grado una riduzione della pena. Oggi 14 ottobre c’è stata la prima udienza del processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello che si è aperto con le conclusioni del Procuratore generale Sergio Sottani. Il Pg ritiene che data la violenza e le modalità dell’assassinio non ci siano presupposti per sconti di pena, né per considerare attenuanti. Ecco cos’ha detto:

“Non vogliamo vendetta ma un processo e una sentenza giusti. Nessuna attenuante per la condotta perpetrata in questa vicenda”.

Processo Pamela Mastropietro, la madre: “Vorrei parlarci”

Parole, quelle di Sottani, che vengono riprese dal sostituto procuratore Ernesto Napolillo. Questo ha prima sottolineato “La tristezza e l’amarezza per lo scempio” compiuti da Oseghale. Quindi ha aggiunto: “Non è stata solo barbarie ma un furto di felicità a una ragazza sottratta alla famiglia, a chi l’ha conosciuta e alla società civile, tutta”.

Uccisa a pezzi la giovane pamela era drogataPresente, come sempre, all’udienza la madre della vittima, Alessandra Verni, la quale non riesce a staccare gli occhi di dosso ad Oseghale. Lo guarda con rabbia, vorrebbe capire per quale motivo ha deciso di uccidere, per altro in quel modo così violento, la figlia. Lo dice lei stessa ad ‘ADN Kronos’: “Sono qui, lui è così vicino. Ma io non sono come lui, io vorrei parlarci un giorno”.

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