Con la pandemia sono sempre più pesanti le sofferenza dei cristiani a Hong Kong. L’invito del cardinale Tong ad affrontarle uniti nelle difficoltà, affidandosi a Gesù.
L’anno che sta giungendo al termine, infatti, è stato segnato da gravi tensioni di natura geopolitica. A cui si sono aggiunte anche le difficoltà legate alla pandemia. I disordini sociali infatti, dovuti allo scontro con Pechino, sono stati pesanti, e molto doloroso. L’invito della Chiesa è a non abbattersi, a restare saldi nella fede. Con Gesù, infatti, tutto è possibile, per questo non ci si può abbattere.
Il governo cinese ha bloccato durante la pandemia i conti dei cristiani
Da settimane le notizie che arrivano sono ancora più preoccupanti. Tra queste, si legge che il governo cinese pare che abbia bloccato decine di organismi caritativi e di aiuto sociale, tramite la Hong Kong and Shanghai Bank su ordine della polizia, con l’accusa inesistente verso la Chiesa di riciclaggio e di frode.
Da settimane la Chiesa protestante “Good Neighbour North District” chiede di poter ritornare in possesso dei suoi conti bancari con cui vengono aiutati ogni giorno centinaia di senzatetto. La comunità cristiana è infatti convinta che si tratti di una rappresaglia politica per il ruolo che ha avuto nelle manifestazioni a favore della democrazia che hanno avuto luogo nello scorso anno.
Pechino sta lanciando messaggi contro le comunità cristiane?
Per il pastore Wu Chi Wai, segretario generale del Movimento per il rinnovamento della Chiesa di Hong Kong, la mossa contro la Chiesa Good Neighbour North District è un vero e proprio messaggio a tutte le comunità cristiane, perché stiano lontane dalla politica.
“Ciò significa che in futuro ci saranno sempre più chiese prese di mira per una soppressione politica?”, è la domanda, posta più che altro come affermazione, del pastore Yuen Tin-Yau, già capo del Consiglio cristiano di Hong Kong.
L’invito del cardinale a seguire la dottrina sociale della Chiesa
Il cardinale John Tong, amministratore apostolico della diocesi di Hong Kong, nel messaggio di Natale ha invitato a seguire la dottrina sociale della Chiesa per il bene comune della società. “Non sappiamo quanto dureranno questi difficili giorni di pandemia. Con la grazia di Dio, navigheremo ancora attraverso acque agitate. Restiamo però gli uni accanto agli altri”.
Il cardinale ha infatti ammesso che l’anno appena trascorso è stato davvero difficile per i cristiani di Hong Kong. Come per tutti, infatti, le regole di allontanamento sociale dovute alla pandemia hanno cambiato il modo in cui interagiamo e ci relazioniamo. Tuttavia, questo fatto ha influito e non poco in questo contesto specifico.
Il cardinale: non aspettare passivamente che la pandemia finisca
“Aspettare però che la pandemia finisca è un atteggiamento troppo passivo”, ha commentato il cardinale. “Dobbiamo adottare un nuovo modo di pensare e di agire nel contesto della cultura digitale”. Per questo, l’esortazione della Chiesa locale è a restare uniti.
“I concetti di spazio, linguaggio e comportamento ci stanno trasformando. In particolare le giovani generazioni. Dobbiamo affrontare queste sfide, fare buon uso delle tecnologie informatiche. E continuare ad avere contatti con le altre persone”, ha affermato il cardinale.
Per questo è necessario restare vicini nelle difficoltà ai nostri fratelli cristiani di Hong Kong, pregando per loro e cercando di fare sentire la vicinanza di tutta la famiglia cristiana affinché, un giorno, possa finalmente giungere la libertà dal Governo cinese e in Cristo, in libertà e senza più alcuna persecuzione.
Giovanni Bernardi