I numeri del Coronavirus nel nostro Paese mostrano una situazione terribilmente allarmante dal punto di vista sociale e soprattutto economico.
Soltanto durante le feste di Natale e Capodanno, infatti, sono stati ben quattro milioni le persone costrette a chiedere aiuto per mangiare. un dato scandaloso che dovrebbe fare indignare profondamente, se si considera poi che il numero è praticamente raddoppiato solamente rispetto allo scorso anno.
La pandemia ha aggravato pesantemente la condizione di tanti
Ciò significa che la pandemia, e in modo particolare le misure che sono state prese dalle istituzioni nel nostro Paese e in tutto il mondo, ha aggravato pesantemente la condizione già non troppo rosea. La stima emerge da un rapporto della Coldiretti, che si basa sull’ultima distribuzione di aiuti alimentari avvenuta attraverso il fondo di aiuto agli indigenti, relativo al periodo 1994-2020.
La nota associazione di rappresentanza del mondo dell’agricoltura italiana ha commentato il dato drammatico spiegando che, stando al loro punto di osservazione, “si tratta della punta dell’iceberg della situazione di difficoltà in cui si trova un numero crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia”.
Pandemia e miseria: quali le categorie più deboli tra i “nuovi poveri”
Lo studio mostra che tra le categorie più deboli di questi nuovi poveri, oltre uno su cinque (il 21 per cento) è rappresentato da bambini di età inferiore ai 15 anni. Un 9 per cento riguarda invece anziani sopra i 65 anni, mentre il 3 per cento è legato a le persone classificate come senza fissa dimora.
Una folta schiera di nuovi poveri, costituita da quanti si sono visti da un giorno all’altro perdere tutto, compreso il lavoro, come ad esempio i tanti piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere. Per non parlare delle persone impiegate nel mondo del lavoro nero, che di conseguenza si sono trovate da un momento all’altro private di ogni sussidio o aiuto pubblico e che non avevano alcun risparmio da parte.
Tanti lavoratori in nero si sono trovati senza nulla da un giorno all’altro
Lo stesso è valso per molti lavoratori a tempo determinato, o con attività saltuarie, viste bloccate all’improvviso a causa delle restrizioni dovute alla pandemia e stabilite dal governo. Tutte queste sono perciò persone che da un momento all’altro si sono trovate a dover sperimentare condizioni di disagio sociale ed economico assolutamente mai provato prima.
Unica nota positiva, contro questo immenso malessere che cresce di giorno in giorno, è che la povertà è cresciuta di pari passo con la solidarietà, ad esempio delle molte organizzazioni attive nella distribuzione degli alimenti. Realtà consolidate, come la Caritas Italiana o il Banco Alimentare, che sono riuscite a contrastare o quantomeno a mitigare questa povertà emergente.
L’unico dato positivo: cresce la solidarietà che combatte la povertà
Sono infatti oltre diecimila le strutture periferiche, quali possono essere mense e centri di distribuzione, promosse da quasi duecento enti attivi nel mondo della carità. A cui hanno prestato servizio un numero crescente di persone disposte a fare la loro parte nell’aiutare il prossimo.
Si tratta di “singoli, famiglie, aziende pubbliche e private, enti ed associazioni non ufficialmente dedicate alla solidarietà”, ha spiegato Coldiretti. In totale, quasi il quaranta per cento degli italiani ha dichiarato di avere partecipato ad attività benefiche e si solidarietà durante questo periodo di grande difficoltà. L’unica sola nota di merito e di orgoglio, in mezzo a tanta sofferenza che cresce ogni giorno.
Giovanni Bernardi