Paola Saluzzi: “Nelle tragedie più gravi scopro tratti straordinari di vita”

Paola SaluzziPaola Saluzzi, che ha recentemente perso la mamma, dice di aver sempre avuto una fede molto forte, che l’ha aiutata nei momenti peggiori: “Mia madre amava ripetere: “Io ho la fede di don Camillo. Bisogna parlare direttamente con Gesù: quando hai un pensiero o qualcosa che ti turba, parla con lui perché c’è sempre qualcuno che ti ascolta”.”.

Ed è questa, oggi, anche la sua filosofia di vita, mentre ricorda di aver sempre frequentato la chiesa, sin da piccola: “all’epoca della mia infanzia, i bambini più piccoli erano esentati dal seguire la Messa. Noi andavamo comunque in chiesa: non per la funzione, ma per ringraziare Dio della settimana che ci aveva donato. Entravamo, restavamo un po’, e poi si poteva andare a giocare. Un gesto semplice, di affetto”.

Alla sua mamma riconosce un grande merito, quello di aver sempre mostrato a lei e al resto della famiglia che nessuna delle cose brutte, orrende, che possono accadere nel mondo, a se stessi o agli altri, devono farci dubitare della fede in Dio e della sua presenza accanto a noi.
Ed ecco perche -racconta Paola Saluzzi: “Quando mi sono trovata al capezzale di mia madre, nel reparto di oncologia, mi è venuto spontaneo dirle: Arrivederci, anziché Addio”.

Paola Saluzzi ha anche dei Santi “preferiti”, quelli che sente più vicini, durante le sue giornate lavorative e non solo: “San Francesco e San Pio, che mi viene difficile chiamare Santi, perché sono stati, seppur in epoche diversissime, prima di tutto uomini come noi. San Giuseppe da Copertino, patrono degli studenti, che invocavo prima di ogni interrogazione e del quale sono riuscita a trasmettere l’autentica devozione ai miei nipoti. San Gennaro, che mi lega così indissolubilmente a Napoli, e San Michele Arcangelo, che considero una figura bellissima: mi ha insegnato come nella vita occorre tanta tenacia e “burbera bontà” ”.

Antonella Sanicanti

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