Era il 6 agosto di quarant’anni fa quando Papa Paolo VI saliva al cielo. Il racconto delle sue ultime giornate di vita.
Decise di trascorrere le sue ultime giornate di vita nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Paolo VI e la sua “pia morte”.
Quarant’anni fa, moriva San Paolo VI. Papa del nostro tempo, colui che portò alla conclusione il Concilio Vaticano II, così fortemente voluto dal suo predecessore, anch’egli Santo, Giovanni XXIII.
Era il 14 luglio del 1978 quando l’Arcivescovo Benelli, sostituto alla Segreteria di Stato e nominato Arcivescovo di Firenze, fu convocato da Papa Paolo VI. Il Santo Padre voleva lasciare il Palazzo Vaticano e dirigersi, come tutti gli anni, nella villa di Castel Gandolfo. Ma con una precisazione: prima di arrivare a destinazione, si doveva passar prima a far visita ad alcuni Cardinali, dalla precaria situazione di salute.
Il primo fu il Cardinal Ottaviani, suo fermo oppositore. Monsignor Ottaviani, ormai cieco, fu felice di accogliere il Santo Padre in casa sua e, come raccontava il segretario di Ottaviani, Monsignor Agustoni, “i due pregarono insieme e Papa Paolo VI lo benedisse insieme ai suoi familiari. Entrambi capirono che, quello, sarebbe stato il loro ultimo incontro”.
Successivamente, Paolo VI volle recarsi ad aprire la cripta della chiesa di S. Maria delle Mole alla Frattocchie. Lì riposavano le spoglie del Cardinal Giuseppe Pizzardo e di sua sorella. Si fermo a pregare, anche inginocchiandosi (cosa che il Santo Padre non poteva più fare, data la sua artrosi), insieme all’allora Vescovo di Albano, Monsignor Bonicelli.
Da lì, il ritorno a Castel Gandolfo e l’accoglienza festosa fattagli dal suo cane. Per la prima volta, gli fu permesso di salire sulle ginocchia del Papa, anche sporcandogli un po’ la veste. Anche questo fu un segno premonitore per entrambi: dopo un anno dalla morte di Paolo VI, anche il cane finì i suoi giorni.
I suoi ultimi giorni a Castel Gandolfo, Papa Paolo VI li passò in preghiera e a predisporre le letture e ciò che doveva esser preparato per l’imminente festa e celebrazione della Trasfigurazione del Signore. Ma sentiva dentro di sé che quel 6 agosto sarebbe stato l’ultimo per lui, sentiva sempre più vicino il suo incontro con il Signore.
Ed infatti, fu proprio la sera di quel 6 agosto del 1978, che Paolo VI chiese di ricevere l’unzione dei malati e l’eucarestia, il tutto “in un raccoglimento ed in una devozione così spirituale, che solo un vero uomo di fede poteva fare” – raccontava il segretario personale di Paolo VI, don Macchi.
Poi, il raccogliersi in preghiera di Paolo VI, fino alle 21.40, quando salì al cielo, nell’abbraccio del Padre.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: lastampa.it
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