La Trinità è un “mistero che ci ha rivelato Gesù Cristo” e le persone che la compongono non sono “emanazioni di Dio”. Così ha esordito papa Francesco nel commentare la liturgia di oggi.
In occasione dell’Angelus, il Santo Padre ha ricordato innanzitutto la sintesi del mistero trinitario, suggerita dal Vangelo di Giovanni, “che riassume tutta la Rivelazione: «Dio è amore»” (1Gv 4,8.16).
La vera missione di cui l’uomo è investito
Proprio in quanto amore, Dio “non è solitudine ma comunione”. L’amore, infatti, consiste nel “dono di sé”, che il Padre manifesta “generando il Figlio”. Un amore ricambiato e reciproco, che si sostanzia nello “Spirito Santo, vincolo della loro unità”.
Il “mistero della Trinità” ci è stato rivelato da Gesù stesso, che “ci ha fatto conoscere il volto di Dio come Padre misericordioso” e “ha presentato Sé stesso, vero uomo, come Figlio di Dio e Verbo del Padre”. È sempre Gesù che “ha parlato dello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio, Spirito di Verità, Spirito Paraclito, cioè nostro Consolatore e Avvocato”.
Unità e comunione
Altro aspetto rilevante del mistero trinitario è nell'”unità alla quale chiama Gesù, fra noi, seguendo l’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo“. Da questa unità “non si può prescindere“, perché “la bellezza del Vangelo richiede di essere vissuta“.
Un’unità che è “essenziale“, perché “nasce dall’amore, dalla misericordia di Dio, dalla giustificazione di Gesù Cristo e dalla presenza dello Spirito Santo nei nostri cuori“, ha aggiunto il Papa a conclusione della meditazione evangelica.
Dopo l’Angelus
A conclusione della preghiera mariana, Francesco ha ricordato la beatificazione, celebrata ieri ad Astorga, in Spagna di tre martiri della guerra civile. Pilar Gullón y Turriag, Olga Pérez-Monteserín Núñez e Octavia Iglesias Blanco, tutte crocerossine, sono state ricordate da Berkojlio come “tre donne laiche coraggiose”, che, a “imitazione del buon samaritano, curarono i feriti di guerra e furono uccise in odio alla fede”.
Il Santo Padre ha confermato il suo incontro, previsto per il prossimo 1° luglio, con i “principali esponenti delle comunità cristiane in Libano”. L’obiettivo sarà “pregare per il dono della pace e della stabilità”, pertanto il Pontefice ha chiesto di pregare affinché “quell’amato paese” possa avere un “futuro più sereno”.
Il Papa ha infine ricordato la ricorrenza della Giornata Mondiale del Sollievo e della Sclerosi Multipla. Esprimendo “riconoscenza” per questo evento, segno di “vicinanza” e “balsamo prezioso per chi soffre nella malattia”.
Luca Marcolivio