Non potendo partecipare alla cerimonia funebre del fratello George, il Papa Emerito Benedetto XVI ha affidato il suo addio ad una bella lettera.
In questa il Joseph Ratzinger ha raccontato gli ultimi momento passati insieme e ha condiviso la certezza che in futuro si ricongiungeranno.
Questa mattina, alle ore 10, nella Cattedrale di Ratisbona ha avuto inizio la cerimonia funebre in onore di Monsignor George Ratzinger. Il fratello del Papa Emerito Benedetto XVI si è spento mercoledì 1 luglio, ma già da diverso tempo le sue condizioni di salute non erano ottimali. A presiedere la Messa funebre è stato il Vescovo di Ratisbona Voderholzer insieme al Messo Apostolico di Germania Nikolà Eterovic ed all’Arcivescovo Georg Gänswein, ex segretario personale di Papa Benedetto.
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Nel corso della sua omelia, Monsignor Voderholzer ha voluto ricordare la passione per la musica di George ed il contributo che ha dato negli anni nel coltivare la tradizione musicale a Ratisbona. Successivamente il Presule ha aggiunto: “La musica appartiene alla liturgia stessa non è un ingrediente esteriore. Al talento come musicista si univano nel defunto naturalmente tante doti umane”. Al termine della Messa, il Vescovo ha accompagnato la bara sino alla macchina e prima che partisse in direzione del cimitero l’ha benedetta per l’ultima volta.
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Il momento sicuramente più toccante di tutta la cerimonia è stato quello in cui l’Arcivescovo Gänswein ha letto la lettera di addio al fratello di Joseph Ratzinger. Il Papa Emerito non ha potuto partecipare alla Messa, ma ha affidato comunque al suo ex segretario personale il compito di leggere le sue parole d’addio al compianto fratello. Benedetto comincia la lettera con queste parole: “Che Dio ti ricompensi, Georg, per quello che hai fatto, sofferto e per quello che mi hai regalato!”.
Dopo aver ricordato l’ironia ed il piacere della convivialità di George, Papa Ratzinger ricorda anche il loro ultimo incontro: “Ringrazio Dio per il fatto che ho potuto stargli vicino nei suoi ultimi giorni. Lui non mi ha chiesto di fargli visita, ma io ho sentito che era il momento giusto per andare”. In conclusione aggiunge quella che più che una speranza è per lui una certezza: “quando l´ho salutato, sapevamo che ci vedevamo per l´ultima volta qui sulla Terra, ma eravamo sicuri che il buon Dio, che regna nell’altro mondo, ci regalerà ancora momenti insieme”.
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Luca Scapatello
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