Ciò che stiamo per raccontavi ci fa capire come Ratzinger sia stato di “tremendo fastidio” al demonio.
Quella veste bianca, la benedizione, lo sguardo candido: un racconto che mette i brividi ma che ci fa comprendere anche come la potenza della fede di un Papa possa allontanare e liberare chi è posseduto.
Il racconto del noto esorcista
È fra gli esorcisti più noti e più conosciuti al mondo. Stiamo parlando di Don Gabriele Amorth. Tante sono le testimonianze e i racconti delle sue lotte contro satana e degli esorcismi da lui attuati, con l’aiuto di Dio affinchè molte anime potessero salvarsi dalla possessione demoniaca.
In uno dei suoi libri, dal titolo “L’ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana”, che lo stesso Padre Amorth ha scritto in collaborazione con il vaticanista Paolo Rodari, ci presenta un aspetto del tutto insolito che, forse, a pochi è noto. Ovvero che la presenza del Papa infastidisce molto il demonio e, di conseguenza, anche coloro che ne sono posseduti.
Ciò che stiamo per raccontarvi è tratto proprio da questo libro sopra citato e vede per protagonista Papa Benedetto XVI durante una sua pubblica udienza. È il mese di maggio del 2009 e Piazza San Pietro si sta, piano piano, riempiendo di fedeli accorsi lì per assistere all’udienza del mercoledì del Pontefice.
Padre Amorth: “Le mie assistenti accompagnarono due posseduti all’udienza del Papa”
“Dal fondo della piazza entra un gruppetto di quattro persone. Due donne e due giovani uomini. Le donne sono due mie assistenti […] I due giovani uomini sono due posseduti. Nessuno lo sa. Lo sanno soltanto loro e le due donne che li “scortano” – racconta, in questo passaggio, padre Amorth.
Quel giorno, le sue assistenti avevano deciso di portare i due giovani all’udienza, nella speranza che la loro anima potesse, in qualche modo, trovare un po’ di pace e giovamento. L’esorcista spiega, infatti, che la presenza del Papa è di enorme fastidio per il demonio e che, anche il solo vedere e percepire la presenza del Papa inquieti e in qualche modo aiuti i posseduti nella loro battaglia contro colui che li possiede.
“I quattro si avvicinano verso le transenne in prossimità del “palco” da dove Benedetto XVI di lì a poco è chiamato a parlare. Le guardie svizzere li fermano. Non hanno i biglietti per proseguire oltre. Le due donne insistono. È importante per loro riuscire a portare i due posseduti il più possibile vicino al Papa. Le guardie svizzere non ammettono deroghe e intimano loro di allontanarsi. Così una delle due donne fa finta di sentirsi male. La sceneggiata ottiene un risultato. I quattro vengono fatti accomodare oltre le transenne, nei posti riservati ai disabili” – prosegue il racconto.
Le due donne cercano di rassicurare i giovani (Giovanni e Marco sono i loro nomi), e annunciano loro che, di li a poco, il Papa sarà a pochi passi da dove sono stati fatti sedere. I due, però, sono silenziosi, non parlano, “è come se coloro che li possiedono (si tratta di due demoni diversi) stiano cominciando a capire chi di lì a poco arriverà in piazza” – continua.
Alla vista di Papa Benedetto XVI, i demoni iniziano ad insorgere
Alle 10 in punto, la Papamobile inizia a farsi largo in Piazza San Pietro: “Le due donne si girano verso Giovanni e Marco. Istintivamente li sorreggono con le braccia. I due, infatti, iniziano ad avere comportamenti strani. Giovanni trema e batte i denti. Le due donne capiscono che qualcuno sta cominciando ad agire nel corpo di Giovanni e di Marco. Qualcuno che col passare dei minuti si mostra sempre più agitato.
«Giovanni, mantieni il controllo di te stesso» dice una delle due donne. «Mantieni il controllo, Giovanni. Non farti sopraffare. Reagisci. Mantieni il controllo». L’altra donna dice le stesse parole a Marco. Giovanni non sembra ascoltare le parole della donna. Salvo, d’improvviso, girarsi e dirle con voce lenta e che sembra venire da non si sa quale mondo: «Io non sono Giovanni».
Parole che farebbero rabbrividire chiunque, ma non le assistenti di Padre Amorth, consapevoli del fatto che, in questi casi, non possono parlare, perché solo un esorcista può parlare con il diavolo. “Così rimane in silenzio e si limita a sostenere il corpo di Giovanni ora completamente in mano al demonio. La jeep gira per tutta la piazza. I due posseduti si piegano per terra. Battono la testa per terra. Le guardie svizzere li osservano ma non intervengono […]
La jeep compie un lungo percorso. Poi arriva in cima alla piazza, a pochi metri dal portone della basilica vaticana. Il Papa scende dall’auto e saluta le persone poste nelle prime file. Giovanni e Marco, insieme, iniziano a ululare. Sdraiati per terra ululano. Ululano fortissimo. «Santità, santità, siamo qui!» urla al Papa una delle due donne cercando di attirare la sua attenzione. Benedetto XVI si gira ma non si avvicina.
Vede le due donne e vede i due giovani uomini per terra che urlano, sbavano, tremano, danno in escandescenze. Vede lo sguardo d’odio dei due uomini. Uno sguardo diretto contro di lui. Il Papa non si scompone. Guarda da lontano. Alza un braccio e benedice i quattro” – continua a raccontare.
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La benedizione del Papa: il demonio scappa via, lasciando piangere i giovani
Ai due giovani posseduti accade qualcosa: “Una frustata assestata su tutto il corpo. Tanto che cadono tre metri indietro, sbattuti per terra. Adesso non urlano più. Ma piangono, piangono, piangono. Gemono per tutta l’udienza. Quando poi il Papa se ne va, rientrano in se stessi. Tornano se stessi. E non ricordano nulla” – conclude.
In questo capitolo, Padre Amorth ci spiega, anche, che Papa Benedetto XVI è molto temuto dal demonio: “Il modo con cui Benedetto XVI vive la liturgia. Il suo rispetto delle regole. Il suo rigore. La sua postura: sono efficacissimi contro Satana. La liturgia celebrata dal Pontefice è potente. Satana è ferito ogni volta che il Papa celebra l’eucaristia. Satana molto ha temuto l’elezione di Ratzinger al soglio di Pietro. Perché vedeva in lui la continuazione della grande battaglia che contro di lui ha fatto per ventisei anni e mezzo il suo predecessore, Giovanni Paolo II”.
Fonte: “L’ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana”, il libro che don Amorth ha scritto con il vaticanista Paolo Rodari
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