Papa Francesco ha annunciato ieri dal balcone di Piazza San Pietro che la Chiesa, con il Concistoro indetto per il prossimo 28 novembre, avrà 13 nuovi cardinali.
Il dato più sorprendente di questa notizia, però, è che sei di questi sono italiani, e tre sono francescani. Nonostante infatti il processo di internazionalizzazione della Chiesa sempre più accentuato, che si evince anche dai dati riguardanti il numero di fedeli ma che si vede altrettanto benissimo nella nazionalità di cardinali e dei ruoli rivestiti all’interno della Curia Romana.
Il Papa ha indetto un concistoro in cui nominerà 13 nuovi cardinali
In tutto ciò, si innesta l’elezione del primo Pontefice venuto “dalla fine del mondo”, dopo altri tre Papi non italiani, che hanno spezzato la lunga tradizione di personalità elette al Soglio Petrino e nate nella penisola italiana.
I due nomi più di spicco sono quelli già presenti all’interno della Curia, ovvero monsignor Marcello Semeraro, nuovo Prefetto della Congregazione per le Cause dei santi e amico fraterno di lunga data del Pontefice, subentrato al cardinale Angelo Becciu dopo lo scandalo del palazzo londinese, e il Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.
Continua l’internazionalizzazione della Chiesa e del Vaticano
Gli altri cardinali rappresentano invece tutti i Continenti del pianeta. Si tratta del cileno mons. Celestino Aós Braco, Arcivescovo di Santiago del Cile. e del messicano mons. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristóbal de las Casas, due latino-americani. Del filippino mons. José Advincula, arcivescovo asiatico di Capiz, come asiatico è anche mons. Cornelius Sim, vescovo titolare di Puzia di Numidia e vicario apostolico di Brunei.
Poi l’africano mons. Antoine Kambanda, arcivescovo di Kigali, in Ruanda, sopravvissuto al genocidio del 1994. Infine lo statunitense Wilton Daniel Gregory, arcivescovo di Washington. Si tratta, in quest’ultimo caso, del primo cardinale afroamericano della storia.
Chi sono i sei nuovi cardinali italiani
Per il resto, gli altri nuovi porporati saranno tutti italiani. E sono mons. Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena ma anche prete di periferia, “pastore con l’odore delle pecore”, che ha operato a lungo nel quartiere romano di Tor Bella Monaca da vescovo ausiliare di Roma. Poi c’è Custode del Sacro Convento di Assisi, il francescano Mauro Gambetti, 55 anni, il più giovane dei nuovi cardinali.
Il nuncio apostolico mons. Silvano M. Tomasi, già osservatore permanente alle Nazioni Unite di Ginevra. Poi il Predicatore della Casa Pontificia, il cappuccino Raniero Cantalamessa. Infine mons. Enrico Feroci, parroco a Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva, conosciuto per essere stato per lungo tempo direttore della Caritas di Roma.
Lo smacco per sedi storiche come Venezia, Torino e Palermo
Si registra invece l’assenza di nomine in sedi storiche italiane come quelle di Venezia, Torino e Palermo. Un dato di fatto che secondo alcuni rappresenta un ulteriore smacco per la Chiesa italiana, un declassamento ancora più forte visto il grande numero di nuovi cardinali italiani, che mette in luce la volontà di scardinare lo status quo italiano.
Il rapporto tra Francesco e la Cei infatti non è mai stato dei più rosei. Il Papa pensa che la Chiesa sia in qualche modo malata di carrierismo e sia anche troppo indietro rispetto alla società e ai tempi che corrono.
Il rapporto del Papa con la Chiesa italiana
Oltre a questo, Bergoglio da sempre intravede una resistenza alle sue direttive, come ad esempio nell’accorpamento delle diocesi o nella proposta di un sinodo italiano. Mentre nel frattempo, il fatto che la Chiesa italiana perde sempre di più potere politico sembra confermare le tesi dell’attuale Pontefice.
La Cei oggi sembra infatti sempre più un organismo sulla difensiva, incapace di offrire spunti di soluzione per la società e per i fedeli. L’era in cui il segretario Galantino si esprimeva continuamente e su tutto è lontana, come anche quella Ruini che privilegiava un dialogo netto con quella parte della politica intenzionata a difendere i valori non negoziabili.
Le parole del presidente della Cei Bassetti
“Esprimo gratitudine al Santo Padre per aver chiamato sei confratelli nel sacerdozio ad aiutarlo nel servizio alla Chiesa universale. Le Chiese che sono in Italia affidano al Signore i nuovi cardinali”, ha affermato l’attuale presidente della Cei Gualtiero Bassetti.
Preghiamo il Signore perché assista i nuovi cardinali nella loro opera di evangelizzazione e di annuncio della Parola del Signore. Che Gesù possa aiutarli nella loro missione, rendendo il cuore aperto al mistero del trascendente e trasformandoli in portatori e testimoni autentici della Parola di Cristo di fronte ad ogni difficoltà e verso ogni uomo.
Giovanni Bernardi