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Papa a cattolici e anglicani: siate promotori di un ecumenismo audace e reale

Celebrazione dei Vespri stasera nella Chiesa dei Santi Andrea e Gregorio al Celio a 50 anni dall’incontro tra il Beato Paolo VI e il primo arcivescovo di Canterbury, Michael Ramsey e dall’avvio dialogo teologico e dell’azione di evangelizzazione comune. Prima di inviare 19 coppie di vescovi nel mondo, Papa Francesco e il primate della Comunione anglicana Justin Welby, hanno ribadito la certezza che Dio è il buon Pastore che esorta all’unità e alla predicazione del Suo amore. Nella dichiarazione congiunta la volontà comune di superare gli ostacoli dottrinali ancora esistenti e di proseguire in un ecumenismo concreto su tematiche condivise. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Insieme a predicare il Vangelo con le parole e con i fatti
“Millequattrocento anni fa, da questo luogo santo Papa Gregorio inviò il servo di Dio, Agostino, primo Arcivescovo di Canterbury, ed i suoi compagni ad annunciare il lieto messaggio della Parola di Dio. Oggi inviamo voi, cari fratelli, servi di Dio, ad annunciare lo stesso messaggio gioioso del suo regno eterno”

Sono le parole del Papa nel momento culmine della cerimonia, il mandato missionario doppio :19 coppie di vescovi un cattolico e un anglicano, partono per i loro continenti uniti con le parole e i fatti a servizio dei più deboli, predicando il Vangelo

“May the ecumenical spirit in which ….

“Che lo spirito ecumenico nel quale testimoniate questo Vangelo” dice nell’invio l’Arcivescovo Welby “sia segno di trasformazione per le nostre comunità”:

Dio vuole l’unità del suo popolo, confidiamo nella sua grazia
“Essere pecore e pastori buoni e non introversi”: questo sottolinea poi nel suo discorso, Justin Welby, e così Francesco nell’omelia, ispirandosi alle Letture, ribadisce che Dio come Pastore vuole “l’unità per il suo popolo” e che le divisioni nascono quando “perdiamo di vista il fratello” e i suoi doni. Ma il Papa dà anche una certezza:

“Rimaniamo fiduciosi, perché in noi, che pure siamo fragili vasi di creta (cfr 2 Cor 4,7), Dio ama riversare la sua grazia. Egli è convinto che possiamo passare dalla caligine alla luce, dalla dispersione all’unità, dalla mancanza alla pienezza”

Siate promotori di un ecumenismo audace e reale
“Essere strumenti di comunione sempre e ovunque”, vincendo le tentazioni di chiusure e isolamenti è una “grande chiamata”, prosegue il Papa, che ci “permette di promuovere l’unità nella famiglia umana” oltre che in quella “cristiana”. “Siate dunque promotori di un ecumenismo audace e reale” è il suo invito “sempre alla ricerca di nuovi sentieri”.Poi guardando al bastone pastorale di S. Gregorio che nella parte ricurva mostra l’Agnello Risorto, il Papa vi indicail senso del cammino condiviso a partire dal contenuto centrale dell’annuncio da portare insieme:

“L’amore dell’Agnello vittorioso sul peccato e sulla morte è il vero messaggio innovativo da portare insieme agli smarriti di oggi e a quanti ancora non hanno la gioia di conoscere il volto compassionevole e l’abbraccio misericordioso del Buon Pastore. Il nostro ministero consiste nell’illuminare le tenebre con questa luce gentile, con la forza inerme dell’amore che vince il peccato e supera la morte”

Illuminare le tenebre con l’amore di Dio, sempre in uscita
Ma il Pastorale di S. Gregorio, che inviò Agostino ad evangelizzare gli anglosassoni,osserva il Papa, ha anche una punta al suo estremo, dunque non è solo simbolo della “chiamata a condurre le pecore e a radunarle in nome del Crocifisso Risorto”, ma anche della missione dei Pastori, “pungolare le pecore che tendono a stare troppo vicine e chiuse”:

“La missione dei Pastori è quella di aiutare il gregge loro affidato, perché sia in uscita, in movimento nell’annunciare la gioia del Vangelo; non chiuso in circoli ristretti, in “microclimi” ecclesiali che ci riporterebbero ai giorni di nuvole e caligine”

Ecumenismo dei fatti
Nella dichiarazione comune firmata prima della cerimonia, il Papa e l’Arcivescovo Welby ribadiscono la volontà di andare oltre gli ostacoli esistenti tuttora alla piena unità e il desiderio di un cammino ecumenico che non sia solo teologico, ma nei fatti, nelle azioni concrete su temi comuni come la cura del creato, la carità e la pace.

fonte: radiovaticana

Emanuele

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