Sono quasi tutti concordi nel definire la visita di Papa Francesco in Egitto come un momento storico fondamentale per la lotta all’odio e all’estremismo religioso che in questi anni ha consumato i paesi arabi e trascinato in una guerra di terrore l’occidente. Ultimo solo in ordine di tempo, il professore di linguistica e scienze politiche all’università del Cairo Hassan Mohamed Wajeih sottolinea l’importanza del messaggio comunicato dal Papa durante la sua visita nel paese dei faraoni:
“Papa Francesco è una figura ammirata in tutto il mondo. E siamo davvero onorati che abbia deciso di visitare la nostra terra, in un periodo così critico e difficile per l’Egitto. La sua visita porta con sé un messaggio importante a diversi livelli: certamente, avrà un impatto forte anche sulla lotta al terrorismo”.
Dunque il docente universitario è convinto che il Papa possa avere un ruolo fondamentale nella lotta contro l’estremismo religioso, ma ovviamente questo non basta, di sicuro chi si fa convincere che la religione è basata sulla violenza, magari, sentendo il messaggio di Francesco può aprire gli occhi o semplicemente aprirsi ad una riflessione attenta: “Il Papa nel suo discorso all’università di al-Azhar ha lanciato un messaggio magnifico: la violenza e la religione sono assolutamente incompatibili”.
A questo punto nell’intervista concessa a ‘Famiglia Cristiana’, il professore fa un quadro che aiuta a capire da cosa deriva la situazione attuale, sottolineando che il terrorismo non nasce e muore in Egitto e che anche quello che ha base sul Nilo ha delle radicazioni profonde nell’occidente: “Quando le nostre forze armate eseguono delle operazioni contro le cellule terroristiche, scovano delle quantità e tipologie di armamenti inimmaginabili, pensati per combattere contro un esercito, non solo per un attacco terroristico. Ciò significa che dietro a questi gruppi c’è una mano straniera, qualche forza che opera perché vuole destabilizzare il nostro Paese”.
Il Professor Wajeih spiega che tutti, dallo stato per finire con l’università, si stanno impegnando al massimo per trasmettere il messaggio del Papa e far capire alle persone che l’odio è inconciliabile con la religione, proprio a tal proposito lui ed un gruppo di studenti hanno avviato un processo d’istruzione infantile teso alla comprensione dei messaggi trasmessi dai media: “Come Università di al-Azhar stiamo portando avanti delle strategie e dei progetti molto interessanti. Ad esempio, abbiamo creato una rivista rivolta all’infanzia: educare i bambini fin da piccoli a distinguere ciò che è bene e ciò che è male li tiene lontani dalle influenze dei cattivi media e dai messaggi del fanatismo”.