Sabato 25 febbraio si è svolto presso la casa pontificia un incontro tra il Santo Padre e la Delegazione cattolica della Cooperazione della Conferenza dei Vescovi di Francia. Per l’occasione Papa Francesco ha voluto ringraziare l’impegno svolto dai missionari francesi in tutto il mondo: “ Attraverso di voi, rivolgo il mio cordiale saluto a tutti i volontari in missione in più di cinquanta Paesi”.
Il discorso del Pontefice è continuato con una citazione del Beato Papa Paolo VI: “Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. […] La solidarietà mondiale, sempre più efficiente, deve consentire a tutti i popoli di divenire essi stessi gli artefici del loro destino”. La citazione serve al Santo Padre per spiegare ai presenti che ritiene la delegazione dei vescovi francesi uno degli esempi più illustri di come la Chiesa Cattolica, attraverso i suoi missionari, si sia fatta portatrice del messaggio di progresso per come lo intendeva Paolo VI, aiutando le popolazioni disagiate a crescere non solo economicamente ma anche interiormente.
Papa Francesco continua il suo elogio parlando di solidarietà e del suo reale significato: “La parola “solidarietà” si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto di più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni”. La delegazione dei Vescovi Francesi ha svolto alla lettera tale compito riuscendo a coinvolgere i sacerdoti locali e le comunità in una rete di assistenza che punta alla crescita spirituale, etica e sociale della comunità.
Il pontefice conclude il suo discorso con un invito rivolto alla delegazione, vuole che questi continuino il loro lavoro permettendo così di portare una cultura della misericordia, in modo tale che più nessuno guardi con indifferenza il proprio prossimo ma che si impegni per rendergli la vita migliore. Papa Bergoglio vuole che i missionari siano l’esempio migliore di una “Chiesa Povera” per i poveri e con i poveri: “Una Chiesa in uscita che si fa prossima delle persone in stato di sofferenza, di precarietà, di emarginazione, di esclusione. Vi incoraggio ad essere al servizio di una Chiesa che permette a ciascuno di riconoscere la sorprendente prossimità di Dio”.