Si può criticare il Papa? La risposta nel Diritto Canonico

Il fedele ha un diritto di critica nei confronti del Papa? La risposta ci è fornita dai documenti della Chiesa. Ecco cosa affermano su questo delicato tema

Papa Francesco
Papa Francesco (websource)

La Congregazione per la Dottrina della fede, nel 1998, ha elaborato un documento firmato dall’allora cardinale Ratzinger.

La “Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della Professio fidei”, che delimitava in modo chiaro ed esplicito le modalità e i campi attraverso cui si esprime l’infallibilità papale. Dalla lettura del documento, emerge che solo in alcuni ambiti è impegnata l’infallibilità del Pontefice e dunque le relative affermazioni nei determinati ambiti sono vincolanti per tutti i cattolici, poiché in esse non può esservi alcun errore dottrinale.

Il Papa può sbagliare?

Il catechismo della Chiesa impone sì obbedienza al Papa, ma laddove il dogma di infallibilità non è impegnato, il fedele ha diritto di critica? Il codice di Diritto Canonico (n.212) chiede da una parte obbedienza ai pastori e dall’altra riconosce loro il diritto di esprimere il loro pensiero su “ciò che riguarda il bene della Chiesa”. Dunque, i fedeli, salvo restando l’integrità della fede e dei costumi, possono e devono manifestare le loro perplessità.

Atteggiamento di umiltà

Ciò che il Pontefice dice, ad esempio, in un’intervista non impegna l’infallibilità papale. Questo, naturalmente non significa che ogni cosa che dice può allora essere opinabile e soggetta a critiche. Anche quando si è nella possibilità di mettere in discussione i fatti, lo si deve fare con un chiaro atteggiamento di umiltà, come confermato dal numero 62 della Gaudium et spes. La prudenza è poi richiesta anche a coloro che studiano le scienze Sacre. Il n. 218 del Codice richiede prudenza nel proprio pensiero.

Quando Paolo criticò Pietro

C’è poi una chiara differenza tra la critica mossa verso un aspetto pastorale e una critica mossa contro la dottrina. Ci viene in aiuto la storia. San Paolo criticò Pietro, primo Pontefice della storia. La sua critica riguardava l’obbligo, da parte dei convertiti, di sottoporsi al giudaismo: “Quando Cefa venne ad Antiochia mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto” (Gal. 2,11). Ma per l’appunto, questa era una critica di tipo pastorale, ben diversa dalle critiche, spesso rivolte a Papa Francesco, di carattere principalmente dottrinale.

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Fabio Amicosante

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