Il Pontefice si era recato a Palermo per ricordare la morte del Beato don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia ben 25 anni fa, per aver cercato di strappare i giovani alla malavita organizzata.
Così, Papa Francesco ha avuto modo di sollecitare i cristiani a combattere ogni forma di delinquenza e di conoscere da vicino la “situazione sociale” della città siciliana.
Per questo, ha voluto visitare anche il centro di accoglienza gestito da Biagio Conte.
Fratel Biagio -ricordiamolo- è un laico, non un sacerdote, né un frate, che ha lasciato ogni confort della sua agiata e precedente vita (in quanto proveniente da una famiglia di imprenditori), per stare con la gente, coi poveri, che si trovano in strada, ai margini della società, affamati di pane e di speranza, perché hanno perso il lavoro o perché non l’hanno mai avuto.
Con loro combatte, ogni giorno da decenni, la burocrazia e l’indifferenza; con manifestazioni pacifiche incita le autorità ad occuparsi dei senzatetto, delle loro necessità, della loro salute, del loro futuro.
Papa Francesco, trovandosi in una delle comunità messe in piedi da Fratel Biagio e dai suoi collaboratori, ha deciso di pranzare con gli ospiti del centro.
Stavolta, però, gli uomini di fede sono stati bloccati dalle regole di sicurezza imposte dalle autorità e, pertanto, al pranzo organizzato non hanno potuto partecipare i migranti irregolari.
Antonella Sanicanti
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