Papa Francesco dice: “la fede non è timidezza, né vergogna”.
Riproponiamo, qui di seguito, l’omelia del Santo Padre, relativa alla Seconda Lettera a Timoteo, che parla del dono della fede e di come possiamo trasmetterla, senza timore, senza vergogna.
Papa Francesco parla delle mamme che, ogni giorno, hanno la possibilità di trasmetterla ai figli.
Loro, come la madonna, forse, possono avere il dono di rendere la devozione viva e presente in ogni momento della vita quotidiana: “Mi viene in mente: ma perché sono principalmente le donne a trasmettere la fede? Semplicemente perché, quella che ci ha portato Gesù, è una donna. E’ la strada scelta da Gesù. Lui ha voluto avere una madre: anche il dono della fede passa per le donne, come Gesù per Maria”.
Ecco il resto del testo:
“Se noi non abbiamo questa cura, ogni giorno, di ravvivare questo regalo di Dio, che è la fede, ma la fede si indebolisce, si annacqua, finisce per essere una cultura: “Sì, ma, sì, sì, sono cristiano, sì, sì …”, una cultura, soltanto. O una gnosi, una conoscenza: “Sì, io conosco bene tutte le cose della fede, conosco bene il catechismo”. Ma come tu vivi la tua fede?
E questa è l’importanza di ravvivare, ogni giorno, questo dono, questo regalo: di farlo vivo”.
“Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza. Lo spirito di timidezza va contro il dono della fede, non lascia che cresca, che vada avanti, che sia grande. E la vergogna è quel peccato: “Sì, ho la fede, ma la copro, che non si veda tanto”.
E’ un po’ di qua, un po’ di là; quella fede, come dicono i nostri antenati, all’acqua di rose, così. Perché mi vergogno di viverla fortemente. No. Questa non è la fede: né timidezza, né vergogna. Ma cosa è? E’ uno spirito di forza, di carità e di prudenza. Questa è la fede”.
Antonella Sanicanti