L’omelia del Santo Padre durante la Messa a Casa Santa Marta (la prima dopo la pausa pasquale) si incentra sui doni che la Santa Pasqua dona ai fedeli, doni che vengono incarnati dai cristiani perseguitati più numerosi oggi che alle origini della dottrina cristiana, sottolinea Papa Francesco, la cui testimonianza cristiana dà fastidio. Il papa ricorda a tutti che per gli Apostoli il periodo pasquale è stato contraddistinto dalla gioia per la redenzione, e che quello immediatamente successivo ha aumentato ulteriormente questa gioia poiché dopo il sacrificio di Cristo e la discesa dello Spirito Santo la redenzione è divenuta una certezza. Ma quali sono i doni che la Pasqua porta in dote a tutti i fedeli? Il pontefice ne illustra tre: l’obbedienza, testimonianza e concretezza.
Papa Francesco enuncia i doni della Pasqua
Il primo dono ricevuto dagli Apostoli in tempo di Pasqua, dice il pontefice, è quello dell’obbedienza a Dio. Francesco attraverso la prima lettura giornaliera ricorda come i discepoli di Gesù vennero imprigionati per aver insegnato la dottrina cristiana e di come, dopo essere stati liberati per opera di un angelo, tornarono al tempio a diffondere il verbo. Quindi quando vennero portati al cospetto del Sommo Sacerdote che gli ribadì il divieto, Pietro rispose: “Bisogna obbedire a Dio e non agli uomini”. Nel commentare questo passo, il papa dice che l’obbedienza è il cammino aperto a noi dal figlio di Dio.
Proprio il primo dono è ciò che permette l’esistenza del secondo, ovvero la testimonianza. Il papa ammette che: “La testimonianza cristiana dà fastidio” e che, quindi, per cercare di evitare conseguenze negative si cerchi un compromesso con il mondo, ma, sottolinea Bergoglio: “La testimonianza cristiana non conosce le vie di compromesso. Conosce la pazienza di accompagnare le persone che non condividono il nostro modo di pensare, la nostra fede, di tollerare, di accompagnare, ma mai di vendere la verità”. Proprio questa caratteristica della fede fa sì che ancora oggi ci siano cristiani perseguitati, basti pensare alle sofferenze patite dai fedeli in Medio Oriente e in Africa.
L’ultimo dono (o caratteristica del cristiano) dopo la Pasqua è la concretezza: molte volte il peccato ci allontana dal primo incontro con Gesù e ci porta ad essere dei cristiani solo nominalmente, per questo dobbiamo ricordarci sempre di chiedere allo Spirito Santo il dono della concretezza che ci permetta di ricordare il vero incontro con Cristo.
Luca Scapatello